Lorenzo era un eterno bambino, anche se ormai aveva trent’anni.
Era nato in una famiglia aristocratica assidua frequentatrice di teatri, mostre d’arte ecc…
Certo non era il massimo portarsi dietro un figlio cromosomicamente scombinato, alla signora Beatrice sua madre gli pesava molto.
Ma Lorenzo aveva altre DOTI, era piu SVEGLIO di quel che sembrava, anzi anche furbetto. I ragazzi down sono stupendamente bisognosi di amore e ne danno tanto in cambio. Quel pomeriggio la signora Beatrice e il suo consorte erano stati invitati a Parigi  da una coppia di amici. Quando Lorenzo lo seppe non stava nella pelle: si ricordava perfettamente del museo d’Orsay, anche se non ricordava il nome.
A lui piacevano le mostre, Lorenzo si sentiva osservato dalle belle signore dipinte su quelle tele che in lui suscitavano il bisogno di amore se non di sesso represso. Anche i paesaggi rapivano la sua fantasia, immaginava di correre sui prati, scalare montagne.
Immaginava poi con FORZA di combattere contro quei mostri: altro non erano poi che quadri naif.
Incominciò a saltare di gioia battendo le mani e farfugliando «bello! bello! la signora Courbet.»
Per Lorenzo quel nome non era l’autore del dipinto  “l’origine du monde” ma rappresentava qualcosa di più, rappresentava la donna.
Beatrice sua madre urtata da tutta l’enfasi di Lorenzo urlava «Stai fermo! Calmo! ASPETTA! dobbiamo ancora fare i biglietti aerei!»
Ormai era troppo eccitato all’idea di rivedere quel quadro impresso nella sua mente. Partirono dopo pochi giorni, «Signora Courbet!Signora Courbet!» Ripetè Lorenzo sull’aereo per tutto il viaggio.
Furono accolti all’aeroporto dagli amici, ma con delusione di Lorenzo si avviarono verso il Louvre.
Per il museo d’Orsay dovette attendere l’indomani.
La notte fu lunga e agitata per lui.
Il giorno tanto atteso arrivò.
«Mamma mi compri la signora Courbet?»
La signora Beatrice sbottó in una clamorosa risata e gli rispose «Ma tu non sei normale, abbiamo casa piena di Modigliani, non ti bastano? Non puoi nemmeno minimamente immaginare il suo valore.»
Però a Lorenzo quelle donne nei quadri appesi a casa con i colli da giraffa  non erano mai piaciuti.
All’entrata del museo si staccò con furia dalla mano della madre e corse in direzione del quadro che tanto aveva sognato di rivedere.
Con mano lesta il furbetto Lorenzo, con il suo piccolo cellulare in un ciack, come un fulmine lo immortaló. Poi si allontanó e tornò dalla madre.
GUARDAVA da LONTANO, la signora Courbet l’ACCAREZZÒ con lo sguardo. Non gliell’avrebbe mai comprata la sua mamma, era troppo cara per lei, pensó Lorenzo deluso.