Ma voi lo sapete come si chiamano le renne di Babbo Natale? E sapete quante sono?

O conoscete solo Rudolph, la renna dal naso rosso, che, anche se è la più famosa, è anche l’ultima arrivata? È vero, lei fa da apripista alle altre otto (ops, vi ho svelato che sono nove), ma lasciate che ve le introduca…

 

 

Era il primo dicembre, inizia il conto alla rovescia per tanti bambini, eccitati dall’imminente arrivo del Natale. Ma non erano i soli. Al Polo Nord, anche se sembra che il sole non sorga mai, quella luce magica creata dal crepuscolo polare è l’annuncio del periodo più bello e magico per gli aiutanti di Babbo Natale. Non solo gli elfi, ma anche loro, le magiche renne che trainano la slitta la notte della Vigilia.

Il primo a sentire il fremito fu la renna Donato. Il suo musetto perennemente raffreddato oggi cola più del solito. Il suo non è un moccio normale, no no no. È un moccio dolce e gentile, come lui. Ed è magico: ad ogni gocciolina che si posa sulla neve, sboccia un fiorellino.

“Ehi, Freccia – disse rivolgendosi al fratello gemello, che ancora dorme – non senti qualcosa di diverso nell’aria oggi?”

“Oh, Donato, fammi dormire ancora un po’.”

“Dormire? È tempo di allenarsi! Mancano solo 24 giorni alla vigilia! Dobbiamo rimetterci in forma: scatti, salti, corsa, frenate, decolli e atterraggi – disse imitando le azioni mentre le elencava – e…eh eh ehhhh tciù” e con un grosso starnuto riempì il muso di Freccia di tanti boccioli.

“Ehi, Donato, per dindirindina, attento!”

“Ops, scusami! – disse la renna fra il dispiaciuto e il divertito – …Ma hai visto che bei fiorellini? Li potremmo portare a Donnola.”

“Sì, certo, sempre che riesci a stanarla dai suoi nascondigli, quella timidona!” e così dicendo Freccia imitò la compagna, nascondendosi il muso sotto l’ascella.

Donato rise, incantato come sempre quando guardava il suo adorato fratello: Freccia è davvero una renna bellissima. Anche Donato lo è: hanno lo stesso manto e sarebbero quasi irriconoscibili se non fosse che Freccia ha ben due code.

E poi la sua pelliccia è magica: riesce a scaldare anche negli inverni più freddi. Per questo, a fine inverno, al cambio del manto, Babbo Natale la regala ai bambini più poveri. E Freccia, che lo sa, ci tiene che sia sempre pulita e brillante.

“Oh Oh Oh, renne, dove vi siete cacciate?”. Il vocione allegro di Babbo Natale interruppe gli scherzi dei due fratelli, che si rizzarono sulle quattro zampe.

“Siamo pronti, capo!”, disse Freccia mettendosi sull’attenti. È stata la prima renna scelta da Babbo Natale e sente molto la responsabilità del suo compito.

“Sì, arriviamo, Babbo Nataleh eh etschiù!” gli fece eco Donato, sistemandosi fieramente accanto al fratello e starnutendo altri fiorellini.

“Allora, forza, andate a chiamare le altre renne, che il Natale si avvicinaaaa, oh oh oh!”. La risata così caratteristica si diffuse nel bosco.

“Sì, certo, ok.” – risposero i gemelli all’unisono – “Ma… capo, dove sei?” chiese Freccia girando la testa a destra e sinistra ma senza scorgere niente.

“Forse è diventato invisibile anche per noi” gli sussurrò cauto Donato all’orecchio.

In quel momento da dietro un albero spuntò Saltarello, la renna imitatrice: è infatti in grado di riprodurre fedelmente qualsiasi voce. E usa questo suo potere per rimproverare i bambini che fanno i capricci fingendosi un genitore…ma anche per fare gli scherzi ai suoi compagni di avventure!

“Saltarello, ci hai fatto prendere uno spavento”, fece Freccia rilassandosi dalla posizione di attenti e avvicinandosi all’amico per salutarlo.

“Sì, Saltarello, ci ha proprio spaventati! Noi siamo pronti! Andiamo a chiamare le altre renne?” chiese Donato.

Così i tre si incamminarono alla ricerca dei loro compagni, con Donato e Freccia che procedevano vicini mentre Salterello li seguiva fischiettando e canticchiando, come suo solito. Si dice che Babbo Natale lo abbia scoperto proprio così, seguendo il suo canto nel bosco, …un po’ come nelle storie delle principesse Disney.

Avevano fatto pochi passi quando li raggiunge Ballerina, la renna con le scarpette da danza rosa. L’elegante renna non era riuscita a resistere al canto di Salterello e improvvisò davanti agli amici un elegante balletto.

“Bentornata, Ballerina! – le andò incontro Fulmine raggiante – è sempre così bello vederti danzare!”

“Sono così contenta di tornare a lavorare! Voi no? È quasi Natale: la sentite la magia nell’aria?” chiese Ballerina euforica.

“Eh eh etschù!”

“Donato più che sentirla la starnutisce, la magia nell’aria!” rise Salterello, raccogliendo un fiorellino fra quelli lasciati sul sentiero da Donato e ponendolo dietro l’orecchio di Ballerina.

“Sì, ma mancano ancora quattro renne all’appello” ricordò loro Donato.

“Vuoi dire tre!”: uno scalpitio di zoccoli e la sua voce squillante anticiparono l’arrivo dell’amico. “Cupido! – esclamarono tutte all’unisono – eccoti finalmente!”.

“Ti senti pronto per la missione? Tocca a te, come ogni anno, scegliere dal mucchio delle lettere che arrivano al capo quelle dei bambini più buoni”, chiese Freccia orgoglioso del potere dell’amico.

“Prontissimo!” rispose Cupido portandosi la zampa sulla macchia a forma cuore.

“Allora andiamo, che si sta facendo buio”, disse Donato, impaziente di rivedere Babbo Natale.

“Ehi, ma cos’è quella cosa che spunta da quel cespuglio?” chiese Ballerina indicando un ciuffo che si confondeva con la neve depositatasi su un arbusto.

“Avviciniamoci, potrebbe essere un animale che ha bisogno di aiuto”.

“Oppure… Donnola!”, rise Ballerina che nel frattempo aveva già fatto il giro del cespuglio e aveva scovato, rannicchiata, la piccola renna, che era già diventata tutta rossa in viso.

“Vi avevo sentiti arrivare ma…” farfugliò lei.

“Ma ti sei vergognata! Donnola, ma noi siamo i tuoi amici” le disse Fulmine premuroso.

“E ti vogliamo bene così come sei” continuò Cupido aiutandola ad alzarsi e spingendola verso il gruppo.

Il branco era ormai quasi al completo, e i cinque amici ripresero il cammino verso la casa di Babbo Natale.

La riconobbero da lontano dal camino fumante e dal profumo che emanava (e poi non è che ci fossero così tante case in giro): “profumo di Natale – esclamò Freccia eccitato – andiamo!”. In un battibaleno furono già davanti alla porta.

Stenterello era talmente felice che non si accorse di cantare a voce un po’ più alta.

“Oh Oh Oh, non serve il campanello per annunciare il vostro arrivo!” disse Babbo Natale aprendo la porta. Ad ognuna non risparmiò carezze e abbracci. Quando fu il suo turno, Donnola divenne ancora più rossa, se possibile.

“Amiche mie, siete pronte? È un Natale speciale, questo Natale…”

“Lo dici tutti gli anni” ribattè timidamente Donato. “Eh eh ehtschiù!”, e giù uno starnuto di fiorellini proprio sul muso abbassato di Donnola, che ora avrebbe voluto scomparire dalla vergogna.

“Oh Oh oh, ora ti riconosco, Donato! Questi li porto alle elfette giù in fabbrica” disse raccogliendo i fiorellini fuoriusciti dal naso della renna. “Lo dico ogni anno perché ogni anno è un Natale speciale”.

“Mancano ancora tre renne all’appello”, fece pronto Freccia, per dimostrare che aveva tutto sotto controllo.

“Oh, Fulmine non tarderà ad arrivare: ho un trucco” e così dicendo si dirisse verso la stalla, dalla quale tirò fuori un cesto pieno di carote.

“Qualcuno ha detto carote?!”. Dall’alto, con un atterraggio perfetto, planò Fulmine.

“oh oh oh, amico mio, ecco qua!” gli disse Babbo Natale porgendogli una carota gigante. La renna la divorò con i suoi dentoni. “Oh oh oh, sono più affilati dell’anno scorso!”.

“Nessun regalo rimarrà indifeso!” esclamò Fulmine sorridendo e mostrando la sua enorme e bianchissima dentatura.

“Guardate lassù!” disse Donnola, vincendo per un momento la sua timidezza. Perchè su, nel cielo, una scia luminosa stava disegnando ghirigori brillanti e così belli che la voce le era uscita dal cuore.

“Cometa!” esclamarono tutti gli altri in coro, entusiasti, protendendo ammirati il muso verso l’alto.

Cometa scese sorridente: “Renna Cometa al rapporto, superpronta a cogliere tutti i desideri dei bambini e a riferirli a Babbo Natale!”.

Tutti le fecero un cerchio intorno per salutarla.

“Bene bene bene, ora manca solo Rudolph!” contò Babbo Natale, sistemandosi la cintura intorno al cappottone rosso e strizzando gli occhi verso il bosco. “Si è fatto abbastanza buio, non sarà difficile individuarlo”.

Proprio in quel momento una potente luce rossa, come da un proiettore, illuminò il branco di renne capitanato da Babbo Natale: il naso rosso di Rudolph era quasi abbagliante, tanto che gli amici dovettero coprirsi gli occhi man mano che si avvicinava: “spegni il naso, Rudolph, così ci acciechi!” disse Fulmine!

“Oh, scusate, amici! Rudolph, qui per servirvi!”

“Risparmia il naso per la notte della Vigilia”, gli sorrise Babbo Natale. “E ora, amici miei, tutti pronti per gli allenamenti? Mancano 24 giorni alla notte più importante dell’anno. Voi siete renne speciali, ognuna di voi ha un talento e un potere. Eppure solo insieme, unendo le nostre forze e la nostra magia riusciremo a far felici tutti i bambini del mondo! Vi ricordate quando prendevate in giro Rudolph per il suo naso? Ora senza di lui avremmo molte più difficoltà a trovare le case e consegnare i regali in tempo”.

Le otto renne si strinsero tutte intorno a Rudolph: ora erano amici ma in effetti all’inizio si erano comportati male con lui, ma avevano imparato la lezione.

“Cometa, Cupido, Donato, Fulmine, Donnola, Saltarello, Ballerina, Freccia e Rudolph” proseguì Babbo Natale accarezzandole ad una ad una con affetto, “come farei senza di voi?!”.

Le renne sorrisero orgogliose.

“E noi senza di te saremmo solo delle semplici renne…”

“Forza amiche, al lavoro! Ma non prima di un bel pasto energizzante”.

“Carote?”, chiese Fulmine.

“Ah ah ah, carote” dice Babbo Natale allungandogliene una “e naturalmente zuppa di licheni!”.

Era il primo di dicembre, e c’era magia nell’aria: è la magia del Natale alle porte.

E voi, bambini, lo sentite questo fremito? È il periodo più bello dell’anno, dopo l’estate ovviamente, ma quella è un’altra storia…

 

(Foto dal web)