Ho un mito, io, un eroe ed è…il brutto anatroccolo.

Credo in lui come in una fede perché la sua storia mi è di conforto quando nel corso di questa mia prima vita vengo denigrato e rischio d’essere ucciso o divorato.

Ma lui ce l’ha fatta; è passato attraverso il dolore per poi infine ottenere il suo premio: la trasformazione.

Mi chiamo Brooke e sono un bruco; ho due vite da spendere o per lo meno ciò mi hanno raccontato ed io ci credo fortemente.

In verità non sono bello a vedersi anche se indosso colori sgargianti e fantasie astratte incredibili. E pur essendo molliccio, tremolante e poco atletico, non indulgo in autocommiserazione mentre salgo deciso su, su, sempre più su.

Striscio tra spine insidiose, compio un’ estenuante arrampicata rabbrividendo di terrore ad ogni colpo d’ala che increspi l’aria, ad ogni rumore di passi tra la vegetazione…perché so d’esser cibo appetitoso per molti.

Ma la mia fede incrollabile mi spinge ad affrontare ogni cosa, con fatica, con dolore perché una vita migliore m’aspetta ed io me la merito.

Salgo, salgo, salgo.

Vado a costruirmi una casa lassù, un ricovero in cui rinchiudermi ad aspettare che il destino si compia. Sarà una quasi morte per me, consumerò ogni energia faticosamente accumulata, mi ciberò di me stesso e poi…e poi non lo so.

Si, sono Brooke, il bruco .

Sono fragile ma credo in una vita diversa da questa, fatta di leggerezza, colori ed armonia.

Mi cibo di foglie ma il mio vero cibo è la speranza.