Sollevo la gonna allargo le gambe che stanotte vorrei non fosse solo sussurro di voce ma dita di carne che mi frugano il sesso ed il ventre con mani vischiose di umido intrigo solerti lascive ingiuriose che il corpo s’adegua e l’anima pure ai sensi oltraggiati che reclamano lingua e dita furiose che non placano l’urto che toglie il respiro e riduce al silenzio il battito sordo delle tempie e del cuore che non è più solo cuore ma corpo di pelle di seni di gambe di sesso bagnato e di voglia che cresce e si espande e trasborda con voce affannata che implora ed impone e s’allarga come onda invasiva che tutto sommerge in un grido di gola e di denti e di unghie ed annaspa nel vuoto in cerca di peso che pur quella voce appartiene ad un uomo con occhi e capelli e mani e sesso e non solo ad un fiato rauco e sospeso che imprime e dirige comanda ed implora ancora ancora ancora come se di dita e di bocca fosse fatta la voce e coppa il ventre che supino raccoglie lo spruzzo finale e se ne imbeve e stravolge ancora ancora ancora evocando quel membro di carne a toglier la voglia che pure persiste e non s’assottiglia e diventa lamento e poi solo silenzio.
About The Author
Marilena Migiani
Lo scrivere, per me, non è vivere nel virtuale, ma in questo mondo reale dove non solo ESISTO ma CREO. E' una sensazione meravigliosa che non m'avvicina a Dio, ma a me stessa. (Marilena Migiani) Mi sono innamorata da bambina della parola pensata, del suo potere evocativo, magico. Nel mio vocabolario di allora pochi termini, molto elementari e forse con gli accenti sbagliati, ma capaci di strapparmi a quella solitudine che troppo spesso si tramutava in pianto, e spalancare finestre su mondi fantastici o semplicemente meno desolanti. Pensavo le parole e le vestivo di colori, così come vestivo la mia bambola (avevo una bambolina minuscola, molto essenziale, alla quale confezionavo gli abiti con la carta delle caramelle). Le mie parole evocative avevano odore di caramella. Le parole, anche quelle silenziose, quelle solo pensate, annullano il vuoto opprimente della solitudine. Questo devo aver intuito da bambina, così m'inventavo una favola, ed il finale era sempre bello (a quel tempo credevo ancora molto al lieto fine). Quando non inventavo elaboravo le storie sentite, le stravolgevo, le rendevo diverse da quello che erano in origine. Difficilmente accettavo la storia così come mi veniva proposta: dovevo vestirla con una carta di caramella, e solo io potevo deciderne il colore e il sapore. Ho sempre scritto da quando ho imparato a tenere la penna in mano. Poi c’è stata una lunghissima interruzione dovuta alla nascita di mio figlio, non solo per gli impegni della maternità ma anche perché scrivere e riporre le storie nei cassetti lo trovavo deprimente, perché chi scrive vuole essere letto. Ho ripreso in età ormai adulta, dopo molteplici vicissitudini esistenziali e durante il periodo più buio della mia vita, quello della depressione, su suggerimento dello psicologo e spronata da mio figlio. Scrittura terapeutica. E per me salvifica. Nel gennaio del 2008 ho aperto il blog “Antro Della Strega” che all’inizio era soprattutto diario on line e poi è diventato anche il quaderno dei miei racconti. Se non ci fosse stato internet credo che non avrei più scritto. La blogosfera mi ha dato modo non solo di pubblicare ma anche di conoscere ed entrare in contatto con altre realtà, confrontarmi con esse ed ampliare la mia visuale sul mondo. E sulla scrittura. … e se all’inizio, e per lungo tempo, il colore della mia scrittura è stato bianco rosso e nero, contaminazione dark nelle pagine del mio diario e nei miei primissimi racconti, poi, nel corso degli anni, e sul filo della mia evoluzione personale, è diventata a colori (perfino con inclusioni al neon), fino al più recente bianco e nero, nella tonalità brillante delle pellicole dei vecchi film restaurati per la visione di un pubblico nuovo. E’ per quel pubblico che scrivo e continuerò a scrivere.
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Nell’attesa delle foto di @fabiola_bibbi che saranno sicuramente e come al solito più belle delle mie, la piccola testimonianza di un altro favoloso #japandays con il @mercatinogiapponese all’@ippodromo_capannelle.
@writermonkey c’è stato ancora una volta con i #laboratoriperbambini ❤️
Una giornata bellissima per tutti i presenti.
Ci vediamo al prossimo, vicino vicino al Natale… non mancate! (14 dicembre, ho letto da qualche parte ;-)
Grazie @silvia_casini_books per rendere possibili queste incredibili esperienze! A tratti mi è sembrato proprio di girare per un mercatino di #Tokyo ❤️
Alla prossima!
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