Solo, ora, in questo silenzio, sento il mondo intorno a me, gli alberi mi guardano,
una farfalla gira su di me.
Il mio pensiero vola e sopra questa valle, l’anima mia si alza,
come l’aquilone di un bambino,
incerta tra le nuvole del cielo.
Piccole case,
come dadi immobili di uno statico gioco,
di una vita che scorre come il sangue nelle vene, a volte lenta ma troppo spesso veloce.
Allora giro il mio sguardo e non le vedo più.
Solo distese verdi segnate da strade come ferite sulla pelle di un uomo.
Queste rughe sono il segno del nostro passaggio.
Ritorno giù, dolcemente scendo e mi accorgo che una piccola formica cammina sulla mia pelle.
Leggera come l’aria si muove e io la lascio fare.
Un mondo in un mondo in un mondo in un mondo…

(Fabrizio Favale)