Mi guardo di nuovo allo specchio prima di uscire. Provo le pose che si aspettano i paparazzi, che il mondo intero brama, anche se ha visto milioni di volte. Quelle movenze, quei dettagli, che mi rendono la donna più riconoscibile su questa terra.
Quante volte ho ripassato questi gesti, affinché apparissero tanto naturali. Sono un’attrice è il mio pane quotidiano.
Il sorriso a bocca semi aperta, denti perfetti e bianchissimi in piena vista. Le labbra disegnate e poi dipinte di rosso, ad incorniciarli.
Questa bocca da sola è già un’opera d’arte, ed io lo so
bene, ma faccio finta di non curarmene e questo mi rende ultraterrena ai vostri occhi.
Nonostante lo sappiate bene, lo capite che di notte verso fiumi di lacrime. La mia fragilità mi rende un po’ più terrena.
Dea in terra.
L’occhio aperto ma non del tutto. Il vestito chiaro, scollato al punto giusto. Che richiama “A qualcuno piace caldo”. Sono esattamente come mi volete. Il sogno americano in carne e ossa. Costruita a tavolino per regalare sogni.
I capelli un tempo erano castani, lo sanno in pochi. Non lo saranno mai più, non voglio essere più quella che ero, ho lottato con unghie e denti e cuore per arrivare fin qui. Preparatevi, esco!
Borsascarpesorrisosguardo. Si va in scena. Passi leggeri, per me i tacchi sono una seconda pelle, nessuno potrebbe immaginare il dolore che provo, perchè io ondeggio come se camminassi su una nuovola. Dea in terra. Per stuzzicare i sensi degli uomini. Un modello, icona di sensualità per le
donne. 3..2..1 In scena!
Dove sono tutti?
Dov’è Mike?
Non era mai successo di poter varcare questa porta impunemente.
Il mio incubo
… quello di stanotte e di mille altre notti…
oddio, non può essere, sta succedendo.
Mimancailfiato spegnetequestosilenzioassordante aiutateminonvoglioesseredimenticata
mifaorrorrelanonimato misentomisento…. svenire.
… Ma. Ma dove sono?
Cosa è questa stanza grigia, sono seduta, una scrivania, un bicchier d’acqua, una brocca. Mi guardano da quello specchio. Ne sono certa.
Un killer, un fanatico sicuramente, sono spacciata. Deve aver ucciso Mike, per questo non era fuori, impeccabile come sempre nel recitare la sua parte di intransigente guardia del corpo, ad aspettarmi.
Recitare sempre, sul set, nella vita. Era il mio destino e lo avevo cercato e poi anche accettato. E poi amato.
Quindi lasciatemi andare, vi prego… io sono Marilyn, Marilyn Monroe, mi staranno sicuramente cercando… ho paura, chi siete?!
Chi è quest’uomo, vestito dello stesso grigio della stanza? Porta una bombetta. Parla, parla, ma capisco a stento quello che dice. Con lui un altro uomo. Il volto è noto, ma l’espressione è sconosciuta. Mike…
forse per la prima volta non interpreta alcuna parte. Mi guarda serio, con un’aria da rimprovero indifferente. Mi pulsano le orecchie, devo vomitare…
Anche l’uomo in grigio è serio, lo percepisco, ma con difficoltà perché ho una luce in faccia. La sua bocca sotto i baffi brizzolati, dice il Presidente, dice sconveniente… servizi segreti. Incognito.
Dice Simulazione.
L’ultimo atto, mettere in scena la mia morte, ed io, ed io… posso solo accettarlo. Devo anche ringraziare il fatto che il Direttore sia un mio fan.
Ho la sensazione che se non accetterò non ci sarà alcuna simulazione. E non credo sia un bene per me.
Perché è stato deciso. Marylin in un modo o nell’altro deve morire. L’ultimo atto di una Dea in terra.
Ormai non ho più lacrime da versare. Vivo vicino al fiume come quando ero ragazza. La vita umile dalla quale ero fuggita.
Con mio marito, il mio primo marito, prima di abbandonarlo per diventare Marylin, avevo una casa molto simile a questa, facevo torte di mele e pregavo Dio.
Ma non faccio più quell’incubo, perché non sarò mai dimenticata, non mi vedranno mai invecchiare.
Mai. E mai cadrò nell’oblio. La mia morte mi ha resa immortale. Sarò sempre perfetta ai vostri occhi.
Sempre sexy, il sogno americano, del Mondo intero… non avrei davvero mai pensato di tornare castana.