Si incontrarono casualmente Gilberto e Gianna, scontrandosi sulla soglia di un grande magazzino; lui entrava, lei usciva, carica di pacchetti. Gilberto si profuse in scuse a non finire, l’aiutò a raccogliere le cose da terra poi, per farsi perdonare la invitò a bere qualcosa al bar lì vicino. Lei accettò senza esitare, non perchè fosse abituata ad accettare inviti dagli sconosciuti, ma piuttosto perchè quel giovane le aveva ispirato da subito fiducia e simpatia. Trascorsero serenamente un paio d’ore, raccontandosi con incredibile spontaneità le cose salienti della loro vita; scoprirono così di avere molte cose in comune, ad esempio amavano entrambi il teatro, il cinema, la musica, il circo. Scoprirono di aver avuto esperienze amorose piuttosto deludenti e di essere single tutt’e due al momento.
“Beh – disse Gilberto – direi che dobbiamo assolutamente rivederci, diciamo… al circo sabato sera?”
“Mah, non so, ci conosciamo appena… devo pensarci”.
Gli lasciò il numero di telefono e tornò a casa con la piacevole sensazione di non essere più sola.
Due giorni dopo lui la chiamò:
“Ho trovato due biglietti per il circo, che ne dici? Hai pensato abbastanza?”
Gianna rise di gusto:
“D’accordo, vada per il circo”.
Fu l’inizio di un rapporto meraviglioso, un amore bello, grande, che si completò col matrimonio.
Non mancarono i problemi, lui perse il lavoro a causa del fallimento dell’azienda presso cui lavorava, lei non guadagnava abbastanza per entrambi, a completare l’opera scoprì di essere incinta.
Furono anni difficili, ma il loro amore si rafforzava e superava ogni sacrificio, Angelo, il loro bambino cresceva circondato d’amore. Un giorno fecero conoscenza con una donna impegnata nel volontariato, organizzava spettacoli divertenti per i bambini disabili in un piccolo teatro messole a disposizione da un filantropo. Anche alcune famiglie povere potevano assistere gratuitamente agli spettacoli. Gilberto e Gianna furono talmente commossi e ammirati dalla sua bontà che decisero di partecipare agli spettacoli: si sarebbero travestiti da clown e avrebbero inventato numeri divertenti per i piccoli spettatori. Inoltre avrebbero costruito e venduto piccoli gadget, per coprire le spese più urgenti del teatrino.  La brava donna li ringraziò dal profondo del cuore:
“E’ il cielo che vi manda!” – disse fra le lacrime.
Iniziò così una splendida avventura, Gilberto e Gianna avevano scelto anche il nome d’arte: “I GIGIA”, unendo i loro nomi in uno. Irriconoscibili nei panni buffi da clown, saltavano, si scontravano e cadevano per poi rialzarsi a fatica con quei vestiti ingombranti. Anche il piccolo Angelo fu coinvolto nello spettacolo: con un parrucchino giallo, il nasino tondo e rosso di gomma, le scarpe grandi e i vestitini colorati era un vero spasso a vedersi. Gli spettatori ridevano, si divertivano un mondo. I gadget andavano a ruba, il teatro diventò un punto di riferimento per le famiglie, gli spettacoli si moltiplicarono per accontentare tutti.
Ma… la tragedia era dietro l’angolo: un giorno, un bruttissimo giorno, Gilberto stramazzò al suolo fulminato da un infarto. Per Gianna fu un dolore straziante, perse ogni interesse per qualsiasi cosa, il figlio, disperato anch’egli, non sapeva come consolarla. Fu un lungo periodo vissuto quasi in catalessi, non voleva più vivere. Fu proprio Angelo, ormai grandicello, a scuoterla:
“Mamma, pensi che papà sia contento di vederti così? E che ne sarà di tutti quei bambini se nessuno darà loro un po’ di svago? Torna al teatro, fallo per papà, ne sarà felice!”