Parte 2: Segmenti di contraddizioni.

Mentre a quel destino io ripensavo,

un’ombra lunga mi si parò innanzi.

“Ohibò” , esclamai, “ O tu che avanzi

e pari del tuo senno alquanto privo,

qual male fe’ di te cotanto scempio?”

Un chiodo, porto a voi per far esempio

privo di carne e d’ogni qual spessore,

mi rivelò accorato il suo dolore.

“Son Segmento, figlio d’ una Retta

madre sì parca eppur a me diletta.

Un’infinità di punti in me possiedo

ma limite agli estremi sempre vedo.

E in questa mia arcana esistenza

d’infinità fatta ma d’infinito senza,

mi sconvolge il cor la maledizione

di questa dilaniante situazione.”

“ Non ti doler, rasserena il viso

ché anco per noi umani fu deciso

che pur essendo eterno il creatore

arrivassero, un dì, al termine le ore.

Eppur viviamo e illusi ci scordiamo

come mortali e caduchi noi siamo.”

Vedere tal mia tanta comprensione

un po’ placò la sua disperazione.

Mi fe’ un lieve accenno di sorriso

verticalmente per com’era il viso

e mentre altrove io volsi lo sguardo

svanì senza saluto e alcun riguardo.

(Immagine web)