Siamo seduti sotto il pergolato, vicino al pozzo, in mezzo agli orti coltivati e stiamo chiacchierando; un’altalena dondola pigra, mossa dalla leggera brezza, appesa all’albero di fichi dai rami contorti e bassi, in quel lontano pomeriggio d’estate.
L’aria calda del vento di Scirocco, s’insinua tra le foglie e mi accarezza le narici, mentre mi porta il profumo salmastro del mare, maestoso e irrequieto, che lambisce la costa frastagliata, con un movimento perpetuo e rumoroso.
Il sole scivola nel cielo verso ponente e i raggi, caldi e luminosi, ricamano disegni sull’erba verde smeraldo che circonda il pozzo.
Mi alzo a rincorrere una farfalla bianca e nera e il mio vestito, rosso come un papavero, mi fa sembrare un fiore in mezzo al verde mentre la gonna corta mi ondeggia intorno, lasciando scoperte le mie gambe magre.
Grappoli d’uva ancora acerba giocano a nascondino tra le foglie dei rigogliosi tralci di vite come piccoli gioielli incastonati e i tuoi occhi scuri si fissano nei miei e mi seguono ovunque, mentre, immobile, stai seduto su una sedia bassa.
«Guarda Nonno, quella lucertola sembra un drago!».
Ti parlo eccitata mentre tu mi sorridi dolcemente; l’aria si accende di odori, di luce e di ricordi lontani ma vivi nella mia memoria.
Prendo tra le mie, la tua mano stanca e ti canto una canzone, quella che piaceva a me, quella che mi fa tornare bambina e mi ricorda mamma quando mi cullava.
Una logora bambola di pezza sgualcita mi fissa un po’ imbronciata.
Chiudo pensierosa la scatola con i ricordi che ho gelosamente conservato insieme a qualche foto in bianco e nero e, sul fondo, un quaderno di poesie che mi guarda consumato e stanco …
Un tuffo nel passato, una finestra spalancata su un mondo profumato d’amore, dove mi rifugio ogni tanto per sognare, un giardino segreto, da dove attingo forza e coraggio, quando le pene mi sommergono e sembrano soffocarmi.
Che cosa saremmo senza i ricordi?
Un guscio vuoto?
Un vuoto a rendere?
Materiale organico riciclabile o semplicemente da distruggere?
Queste domande assurde affollano il mio cervello quando mi prende il desiderio di tornare indietro a godere appieno dell’amore delle persone che ho amato e mi hanno ricambiato, con una nostalgia che quasi mi fa male.
Mi lascio sorprendere dalla consapevolezza di quanto siamo vulnerabili e fragili di fronte ai nostri affetti e sentimenti.