Era primavera, nell’aria,
ed estate nei tuoi occhi,
in quei giorni di giugno
nella casa tra i pini.

Il sole già bruciava il cemento
e la pelle; si viveva felici,
i miei fratelli a giocare nel prato
e tu, quietamente soddisfatta, la sera.

Tempo passato che non tornerà,
nella casa su cui si frangeva il bosco;
in fondo alla collina, tranquillo,
il paese, indolente, viveva.

Poi la vita è rotolata lontano,
e abbiamo perso il senso del buio
gli occhi gialli dei gatti la notte
furtivi fantasmi da te tanto amati.

Il profumo del muschio sugli alberi,
la terribile pace del bosco,
la forza immensa delle  radici,
che tengono la terra a sé avvinta.

Anche noi, continuerò a sognare,
saremo roccia, terra e rugiada insieme
laddove mai e nessuno
potrà estirparci ancora.