Affrontò l’ultima parte della leggera salita a occhi bassi, ascoltando il rumore delle rotelle sulla ghiaia. Faceva caldo, e d’altra parte c’era da aspettarselo. Sentì un rivolo di sudore lungo la schiena e provò il tipico disagio di chi non avrebbe potuto mettersi sotto una doccia fino a sera.

Il viaggio, pensò. Un lungo viaggio, portando un sacco di cose con sé. Non indumenti e scarpe. Non guide turistiche, o libri da leggere. Il carico era quello dei ricordi, e delle speranze. I ricordi di quello che aveva fatto, che era successo; le speranze, quelle che riponeva nello sguardo e nell’espressione di chi avrebbe incontrato al suo arrivo.

Sospirò, e svoltò l’angolo del viale.

 

Un bambino si affacciò alla finestra:
“Mamma c’è un signore in cortile”
La donna si affacciò e lo vide; il suo sguardo si rabbuiò. Lui la guardava implorante, senza parlare.

Lei scese, aprì il portone e gli si parò dinanzi:
“Che ci fai qui?”
“Linda ti prego, ho bisogno di parlarti, di spiegare…”

“Cosa devi spiegare? Il fatto che hai abbandonato me e mia madre una vita fa? Dov’eri quando mia madre è quasi impazzita di dolore? Quando è nato mio figlio? Quando il mio adorato marito è morto d’infarto? Dimmi, dov’eri tu? Ma… vedo che ti trascini su una sedia a rotelle. Quindi c’è ancora giustizia a questo mondo”.

 

Lui abbassò la testa, quelle parole erano staffilate al cuore, ma era tutto vero; le aveva abbandonate perché il matrimonio e la paternità lo facevano sentire prigioniero, soffocava in quella casa, così una mattina se ne andò, vigliaccamente lasciò solo un biglietto alla moglie: “Me ne vado, non ce la faccio, perdonami”.

 

“Linda ti scongiuro, sono malato, non mi resta molto tempo. Dimmi solo che mi perdoni e me ne andrò. Quel bambino è mio nipote vero? Lasciamelo vedere un momento, parlargli, non gli dirò chi sono se tu non vuoi”

Lei scosse la testa: “No, tu sei morto per noi, non ti perdonerò mai!”

In quel momento il bambino uscì e si diresse verso di loro, il vecchio lo guardò e gli occhi si riempirono di lacrime.

Linda restò immobile, avrebbe voluto dire al figlio di tornare in casa ma non ne ebbe il coraggio. Non era capace di vendicarsi fino a quel punto.
Disse solo: “ Lorenzo, tesoro, questo è tuo nonno”.
Il padre la guardò con immensa gratitudine, il volto bagnato di lacrime miste di gioia e dolore.

“Ciao nonno – disse il bambino – perché piangi? Vieni in casa, spingo io la carrozzina”.