Il vetrinista entrò nel magazzino dell’atelier per scegliere i manichini da vestire ed esporre in vetrina.
Erano davvero tanti, ammassati qua e là, per cui dovette separarli uno ad uno per controllare che fossero adatti. Si accorse che uno di loro era senza braccia, anche le gambe a dire il vero non se la passavano bene, erano scheggiate, bucherellate.
-Ah – pensò il vetrinista – che rottame, via! Da buttare.- E lo gettò in un angolo.

Uno dei commessi dell’atelier vide il povero manichino abbandonato ed ebbe una bella pensata; lo portò a casa sua, inserì due rami d’albero al posto delle braccia, gli mise sulle spalle un mantello nero, in testa della paglia e sopra un cappellaccio nero, poi lo appoggiò a terra fissandolo ad un paletto con una corda. Ecco fatto – pensò soddisfatto – un bello spaventapasseri per il mio orto!

Ma aveva fatto i conti senza l’oste: gli uccellini invece di averne paura socializzarono con lui, ascoltarono la sua triste storia di manichino abbandonato, lui non voleva far paura agli uccellini, voleva fare amicizia con tutti loro.

Il commesso non si capacitava, non aveva mai visto tanti uccellini nell’orto, tutti appoggiati sullo spaventapasseri e cinguettavano che era un piacere. Gli avrebbero rovinato tutto l’orto, mangiato tutti i semi!  Stava quasi per decidere di toglierlo da lì e gettarlo via quando si accorse di una cosa incredibile: sulle braccia e sulla testa del manichino c’erano piccoli nidi, alcune uova erano già schiuse e i piccoli aspettavano il cibo col beccuccio spalancato. Si commosse fino alle lacrime, anche perchè si rese conto che gli uccellini non gli avevano rovinato l’orto, andavano altrove a cercare il cibo. Così, il manichino abbandonato visse felice e contento per molti anni.