Harry era inquieto, il tarlo del sospetto si era instaurato nel suo cervello, un tarlo che gli procurava notti insonni e mancanza di attenzione sul posto di lavoro. Il suo migliore amico Bernard, che frequentava da sempre la loro casa accompagnandosi a donne sempre diverse, diceva che non aveva ancora trovato l’anima gemella. Ultimamente però era diventato molto più assiduo, ogni scusa era buona per presentarsi a casa, sempre con piccoli omaggi per Nelly, la moglie di Harry.
La cosa cominciava a infastidirlo, ma non diceva niente per non dispiacergli.
Una sera però accadde qualcosa che gli fece male… Uno sguardo di troppo fra i due, uno sguardo languido che da molto tempo Nelly non gli rivolgeva più. Da quel momento prestò più attenzione al loro comportamento e si convinse sempre di più che aveva ragione; c’era intesa fra loro. Non ebbe più pace, si accorse che Nelly era più briosa, più curata nell’abbigliamento, spesso non la trovava in casa quando tornava dal lavoro, arrivava trafelata accampando le scuse più assurde.
Un giorno gli disse che doveva assentarsi un paio di giorni per andare da sua madre, non stava bene e aveva bisogno di lei. Harry finse di crederle e acconsentì. Appena la moglie fu partita telefonò alla suocera con la scusa di invitarla a pranzo per la settimana entrante, trovandola allegra e pimpante, in ottima salute. Gli chiese di passarle Nelly, voleva salutarla, Harry disse che era da un’amica, l’avrebbe fatta richiamare, salutò e chiuse la comunicazione. I suoi sospetti erano fondati dunque, Nelly aveva mentito! La rabbia e la gelosia montarono nel petto di Harry come un uragano, ormai non aveva più dubbi: sua moglie era con Bernard, e sapeva anche dove trovarli! Aprì la cassaforte e prese la pistola.
La pioggia era scesa copiosa quella notte, Harry non aveva chiuso occhio, troppo preso ad escogitare una bella sorpresa per i due amanti. Bernard aveva una casetta in collina immersa nel verde di una pineta, molto confortevole. Spesso aveva invitato la coppia a passare il fine settimana da lui, quindi era lì che doveva cercarli e li avrebbe trovati, ne era certo. Partì all’alba, aveva smesso di piovere, ma il cielo non prometteva niente di buono. Dopo un paio d’ore giunse a destinazione, proprio mentre ricominciava a piovere. – Meglio – pensò – correrò meno rischi di essere visto.
Parcheggiò poco lontano dalla casa di Bernard, proseguì a piedi, faceva freddo, mise le mani in tasca, il contatto col metallo della pistola lo fece trasalire, il cuore batteva all’impazzata.
Scavalcò facilmente il basso muretto, attraversò il giardino curvandosi per non correre il rischio di essere visto, e si posizionò sotto la finestra della cucina. Piano piano sollevò la testa e guardò all’interno… Per poco non gli sfuggì un grido! Erano in vestaglia, bevevano caffè guardandosi negli occhi e baciandosi dolcemente. Harry era stravolto, li guardava e non voleva credere a ciò che vedeva, aveva sperato che i suoi sospetti fossero infondati, invece no, eccoli là davanti ai suoi occhi quei traditori! Come impazzito girò dietro la casa ed entrò dalla porta di servizio, sapeva che la teneva sempre aperta, corse in cucina con la pistola spianata. Nelly lo vide per prima, urlò terrorizzata, Bernard si girò e gridò a sua volta:
“Harry! No non sparare, ascoltami, posso spiegare…”
“Zitto bastardo traditore, tu e quella troia mi avete colpito alle spalle, non meritate di vivere!”
I due amanti stavano lì, con le mani alzate, erano quasi ridicoli a vedersi, mezzi nudi, con una vestaglia indosso, che lo guardavano imploranti.
“Harry – disse Nelly con voce pacata – ti prego non farlo”.
Quella pacatezza lo innervosì ancora di più, come osava parlargli?
Il dito sul grilletto, l’urlo di Bernard “Nooo!” Gli spari in rapida successione poi silenzio.
Harry si precipitò giù dalla collina, correndo a piedi, zigzagando fra gli alberi, saltando piccoli fossi
senza sapere dove fosse, senza sapere dove andare. La pioggia era aumentata d’intensità, lo accecava, aveva freddo, tanto freddo, in mano aveva ancora la pistola, non aveva neppure pensato di gettarla. Non ricordava nemmeno di avere la macchina, era fuggito a piedi senza capire più niente.
Si ritrovò ai piedi della collina, era stanco, affranto, le ossa gli dolevano. La pioggia si era calmata finalmente, anche se il cielo era scuro e minaccioso, potè così vedere di fronte a sé un gruppetto di case attraverso gli alberi che l’autunno aveva spogliato delle foglie. Un torrentello lo separava dall’abitato, non era molto largo, riuscì ad attraversarlo poggiando i piedi su alcuni grossi sassi. Si avvicinò alla prima casa, pensò a cosa avrebbe detto, conciato com’era lo avrebbero cacciato di sicuro. Si accorse di avere ancora la pistola stretta nella mano, la gettò in un cespuglio e bussò alla porta.
Venne ad aprire una donna anziana che lo guardò fisso senza parlare.
“Signora mi perdoni se la disturbo, mi sono perso a causa della pioggia, ho lasciato la macchina e ho proseguito a piedi, ma non so dove mi trovo. Mi può aiutare?”
La donna si fece da parte e lo lasciò entrare. Era vestita di nero, i capelli bianchi raccolti in una crocchia, lo sguardo indifferente. All’interno un uomo, anziano anche lui, gli fece cenno di accomodarsi. Disse alla donna di portare vestiti puliti e qualcosa da mangiare al loro ospite.
Lei obbedì e uscì dalla stanza trascinando i piedi.
“Un brutto giorno per andare in giro” – disse l’uomo.
“Sì ha ragione signore, mi dispiace di avervi disturbato”.
“Nessun disturbo, capita spesso che qualche sprovveduto perda l’orientamento e noi lo aiutiamo come possiamo”.
“Grazie siete molto gentile”.
La donna anziana tornò coi vestiti e un piatto di pane e formaggio. Mentre Harry si appartava per cambiarsi il vecchio mise in tavola una bottiglia di vino e due bicchieri.
Rinfrancato dal calore degli abiti asciutti Harry si sedette, mangiò e bevve avidamente e accettò volentieri la sigaretta che il vecchio gli offrì.
Dalla stanza attigua uscirono due ragazzini, un maschio e una femmina, guardarono lo sconosciuto con curiosità e, senza dire nulla si sedettero al tavolo.
“I suoi nipotini?” – chiese Harry.
“Sì, sono molto timidi e taciturni, non badi a loro. Piuttosto, cosa ci faceva in giro con questo tempaccio?”
Harry riflettè su ciò che doveva dire: “Sono andato a trovare alcuni amici su in collina e…”
“Da solo?”
“S… sì, certo, da solo”.
“Ed è andato via nonostante piovesse così forte?”
“Beh, ecco, a dire il vero ho avuto un diverbio con uno di loro e me ne sono andato”.
Il vecchio non disse nulla.
Harry stava sudando, perché tante domande?
Vide la vecchia uscire di casa per andare chissà dove con quel brutto tempo.
I due ragazzini lo fissavano e francamente gli stavano dando fastidio tutti quanti, se ne sarebbe andato in fretta da quella casa. Guardò dalla finestra:
“Com’è buio, il cielo è pieno di nuvoloni neri” disse.
In quel momento ritornò la vecchia, si avvicinò al tavolo vi depose un oggetto.
Harry si irrigidì e sbarrò gli occhi: era la sua pistola!
“Dove l’hai trovata Emma?” chiese il vecchio.
“Laggiù fra i cespugli”.
Si girarono tutti verso Harry, i due vecchi e i due ragazzini, lo fissavano senza parlare.
Prima che potesse dire qualcosa, una porta si aprì e due persone entrarono tenendosi per mano.
Harry rimase impietrito, Bernard e Nelly avanzavano piano verso di lui, avevano un’espressione triste, i volti pallidi e macchie di sangue sui vestiti.
Il vecchio parlò:
“Harry cosa c’è? Li conosci?”
“Sì ma… non può essere…”
“Cosa non può essere?”
“Loro sono… morti”.
“Morti? E come fai a saperlo?”
“Beh ecco, si vede, sembrano fantasmi”.
“Se fossero fantasmi non potresti vederli, non ti pare?”
Harry era confuso.
Bernard parlò come in un soffio: “Perché l’hai fatto amico?”
“Voi… voi mi avete tradito… “
“E’ tua la pistola vero?” – disse il vecchio.
“Sì” – ammise Harry – li ho uccisi io”.
Guardò Nelly che se ne stava in silenzio.
“Perdonami” le disse.
Si voltò verso il vecchio e trasalì vedendo che vicino a lui si erano accostati anche i due ragazzini e la vecchia. Vide il loro pallore, i loro sguardi spenti. Allora capi!
“Un momento! Ma voi siete… siete…”
“Sì siamo morti, hai capito bene”.
“Voglio andarmene! Lasciatemi uscire vi prego!”
“Non puoi”.
“Perché non posso, perché!”
“Ricorda” – disse il vecchio mostrandogli la pistola
Fu come uno squarcio nella mente di Harry, rivide se stesso che sparava a Bernard e Nelly, poi correva a perdifiato fino alla macchina, metteva in moto e partiva velocissimo, accecato dalla pioggia e dalla paura sbandò e si ritrovò nella pineta, l’auto sbatté contro un albero e si fermò.
Harry restò tramortito per qualche minuto. Quando si riebbe capì la gravità di ciò che aveva fatto, aveva ucciso due persone, avrebbe potuto ascoltare quel che avevano da dire, avrebbe potuto anche perdonare, invece li aveva uccisi. No, non poteva vivere con quel rimorso.
Prese la pistola e si sparò alla tempia.
“Figliolo, ora sai tutto” – disse il vecchio.
“Sì, ma voi chi siete, cosa fate qui?”
“Siamo addetti all’accoglienza delle anime perdute. Come te, come Nelly e Bernard, anime che per qualche motivo sono state strappate alla vita prima del tempo e vagano senza meta”.
“Capisco, che ne sarà di noi adesso?”
“Il nostro compito è finito, altri verranno a prendervi e vi condurranno dove siete destinati”.
“Ho paura”.
“Lo so, l’abbiamo avuta tutti, poi passa, ecco stanno arrivando. Addio”.