Prima parte

Domenico e Sara erano una coppia di giovani sposi molto innamorati; avevano la fortuna di vivere in una casetta dipinta di rosa, su una collina, in un paesino della Liguria.
Come tante case di questa regione, davanti si vedeva il mare, dal retro, i monti.
Amavano molto gli animali e nei campi intorno alla casa vagavano cani, gatti, galline, oche.
C’erano poi ulivi, alberi da frutta, erbe aromatiche.
Potevano occuparsi di tutto ciò perché entrambi avevano la possibilità di svolgere il loro lavoro da casa, con il computer.
Non per questo vivevano da eremiti, anzi uscivano spesso con gli amici, andavano a teatro, al cinema, ai concerti.
Domenico faceva lunghe passeggiate nei boschi dietro alla casa e tornava sempre con qualche regalo per Sara: un mazzolino di fiori, qualche fungo, castagne, bacche..
Dipendeva dalla stagione.
Lei preferiva godersi il suo relax rincantucciandosi in qualche posto tranquillo a leggere.
La loro vita era perfetta e raggiunsero il culmine della gioia quando scoprirono che Sara era incinta.
La gravidanza procedeva regolarmente e si divertivano a preparare la cameretta del bambino, quella che aveva più luce e dalla cui finestra si vedeva il mare e l’orizzonte.
Dall’ecografia avevano scoperto che il bimbo era un maschietto e decisero di chiamarlo Nicolò come il Santo Patrono del paese in cui abitavano.
Arrivò il giorno tanto atteso e i due, molto emozionati, a gran carriera raggiunsero l’ospedale dove Nicolò sarebbe venuto alla luce.
Sara fu sistemata in una stanzetta in attesa, Domenico andava avanti e indietro: nervosissimo cercava di tranquillizzare Sara che non ne aveva alcun bisogno e si divertiva a vederlo così.
Certo, quando arrivavano le contrazioni, era molto doloroso, ma con tutte le tecniche imparate ai corsi preparatori, riusciva a controllarle.
Finalmente arrivò il momento fatidico e fu portata in sala parto.

Il reparto di neonatologia era molto movimentato: medici, infermiere, ostetriche, barelle con future mamme urlanti, papà agitati, nonni che intralciavano ecc. ecc.
Tra tutte queste persone c’era un gruppetto di strani esseri che nessuno vedeva: erano gli angeli custodi che aspettavano la nascita del bambino che avrebbero dovuto custodire.
Uno di loro, se qualcuno avesse potuto osservare con attenzione, era un po’ diverso: i capelli troppo biondi, il viso che sembrava incipriato, le ali un po’ posticce e la tunichetta bianca con qualche macchia.
In effetti lui non era un angelo, ma un diavoletto dispettoso e geloso perché tutti amavano gli angeli custodi, pregavano per loro (angelo di Dio che sei il mio custode….), mentre i diavoli erano odiati e lasciati tutto il tempo in mezzo alle fiamme.
Così lui, che era molto astuto, si era travestito e infiltrato nel gruppo degli angeli.
Il Responsabile delle Risorse Angeliche, l’Arcangelo Gabriele, in tutto quel trambusto non si era accorto di nulla e così, diavolo custode, era lì ad aspettare il suo bambino.
Aveva già adocchiato Sara e gli era piaciuta e così quando tra gli strilli, le urla di Domenico, le lacrime di Sara, Nicolò venne alla luce, lui gridò agli altri del gruppo: questo lo prendo io!
continua…..