A Red, così lo chiamavano per via dei suoi capelli rossi, non sembrava vero di essere stato così fortunato: stava facendo  jogging lungo il bellissimo “sentiero della salute” alla periferia della città, immerso nel verde e costeggiato dal canale di irrigazione dei campi, quando vide a ridosso del fosso, una valigetta nera, seminascosta dal fogliame. Si fermò e la raccolse. Restò fermo a guardarla alcuni minuti, voleva aprirla ma era indeciso, poteva essere visto. Si guardò intorno:
Al diavolo – pensò – a quest’ora non c’è nessuno in giro: aprì la valigetta.  Spalancò gli occhi vedendo il contenuto: era piena di soldi, tanti soldi!
La richiuse immediatamente, uscì dal sentiero e si diresse di corsa verso l’automobile che aveva parcheggiato sulla strada. Entrò in macchina, mise in moto e, col cuore che batteva a mille si diresse verso casa.
Non si accorse che due uomini nascosti dietro alti cespugli avevano visto tutto già da quando era sul canale, ed ora lo stavano seguendo in macchina.
Red parcheggiò l’auto e salì al suo appartamento portando con sé la valigetta. Appena entrato si sentì afferrare da due braccia possenti, una voce cavernosa gli diceva:
“Che vuoi fare con quella valigetta?”
Il povero Red era terrorizzato:
“Cosa?  Io… niente… l’ho trovata per caso… ma chi siete?”
I due energumeni si guardarono un istante, allentarono la presa, Red ne approfittò per divincolarsi e uscire di casa a rotta di collo, risalì in macchina e partì a razzo, verso il canale.
Abbandonò l’auto sulla strada e si precipitò sul sentiero, la valigetta ben stretta in mano, si mise a correre cercando di mettere più spazio possibile tra lui e loro. Si sa che in autunno il sole tramonta prima, Red correva a perdifiato, si accorse all’improvviso che il sole si era nascosto dietro gli alberi,
la luce era cambiata, nell’acqua del canale si riflettevano le chiome scure degli alberi, anche l’acqua era più scura, rallentò la corsa, guardò davanti a sé… quel sentiero non finiva mai, anche la temperatura stava scendendo, mentre saliva l’umidità che lo faceva rabbrividire madido di sudore com’era.

Si fermò, gli faceva male la milza, intanto il buio calava sul sentiero, Red si sedette a terra appoggiandosi alla balaustra di legno, pensò che forse si sarebbe salvato dai suoi inseguitori ma non sarebbe sopravvissuto fino al mattino là fuori. Il sudore gli si era ghiacciato addosso, tremava di freddo.  Piano piano gli occhi si chiusero e Red sprofondò in un sonno comatoso.
Un fascio di luce gli illuminò il viso, erano i due energumeni:

“Eccolo – bisbigliò il primo – si è addormentato”.
“Dai prendiamo la valigetta e portiamola al boss, così potrà liberare l’ostaggio”.
“Questo scemo credeva davvero di aver fatto un colpo gobbo”.
“Però a momenti ci scappava”.
“Beh, non diremo niente al boss, e nemmeno lui dirà nulla”.
Detto questo, svuotò le tasche di Red, prese i pochi soldi che aveva, gli tolse l’orologio e i documenti,
estrasse la pistola col silenziatore e sparò un colpo alla tempia di Red, che scivolò lentamente
nell’acqua gelida del canale.
Il corpo senza vita di Red fu ripescato il giorno dopo, il Commissario disse agli Agenti:
“Non ha documenti, cercate di scoprire chi è, questo poveretto è sicuramente l’ennesima vittima di un balordo che l’ha rapinato e ucciso”.