Questo è stato un periodo difficile e pieno di problemi, tanto per stare sereni e vivere tranquilli!
Adesso, Gerardo è a una riunione condominiale (la terza in quindici giorni!).
E’ contento perché c’è riuscito.
Che cosa?
La raccolta delle firme ha avuto successo, le autorità sono intervenute, il problema dei cani è stato risolto!
Evviva!
E, due sere fa, incredibile ma vero, Gerardo ha risolto anche il problema degli schiamazzi notturni.
Stufo di scendere e di andare a discutere, quella sera uscì sul poggiolo, lanciò un fischio, a significare:
«Allora? La vogliamo smettere?».
I ragazzi si voltarono, lo fissarono qualche secondo, poi, dal gruppo si alzò una voce, e un ragazzino più sfacciato degli altri, urlò:
«Se hai coraggio vieni qui che ti faccio un culo così!» e gli altri che sghignazzavano.
«La forza del gruppo!», urlò Denk facendomi sobbalzare mentre stavo per addormentarmi.
Intanto Gerardo, che è una persona buona, altruista, socievole e aggiungiamoci pure, pieno di tutte le migliori qualità del mondo, davanti a tanta tracotanza, pensò di averne abbastanza, che tutto avesse un limite, la pazienza compresa!
Uscì come una furia sbattendo la porta.
Io ero in ansia, m’infilai una vestaglia, corsi sul poggiolo della cucina a spiare la scena, augurandomi che usasse il buonsenso.
Herr Denk, malefico come sempre, che aveva seguito tutta la vicenda con grande entusiasmo, quando si tratta di Gerardo, non fa mai lo spiritoso, ma era curioso e, strafottente, si mise a commentare:
«Dai, qui ci scappa la rissa, voglio vedere tuo marito in azione», ghignò fregandosi quelle specie di mani sbilenche che ha il coraggio di chiamare mani.
Io lo spinsi via in malo modo:
«Vai a dormire, non rompere, incosciente!» lo ammonii zittendolo.
Poi, osservai Gerardo attraversare la piazza a lunghi e decisi passi e avvicinarsi al gruppo dei ragazzi.
Io tenevo il fiato sospeso!
Aveva i pantaloni del pigiama storti, bassi sui fianchi e, senza parlare, girò le spalle al gruppo, li tirò giù e, rivolgendo il fondo schiena nudo verso di loro, esclamò:
«Eccomi qua, avanti, sono pronto, forza con il primo; fatemi pure il culo, dopo tocca a voi!».
I ragazzi, colti di sorpresa, ammutolirono, lo guardarono sconcertati e, senza proferire parola, uno per volta, se ne andarono, a cavallo dei loro motorini e biciclette, per sparire velocemente all’orizzonte.
Gerardo rimase a guardarli in silenzio, con le mani sui fianchi e un’aria minacciosa.
Herr Denk, deluso, si chiuse nel suo misero tugurio senza fare commenti; io tornai a letto, sentii mio marito sdraiarsi a fianco a me senza fare commenti e, poco dopo, il suo rassicurante russare mi cullò dolcemente.
Gerardo è riuscito nell’impresa, i ragazzi non sono più tornati e la quiete notturna regna sovrana.
Questa sera, io e Gerardo durante la cena abbiamo raccontato alle nostre figlie le sue avventure notturne mentre Mara e Lara ridevano incredule e a crepapelle e, in casa, è tornata la serenità.
Credo che, quando in paese si spargerà la voce delle prodezze notturne di Gerardo, diventerà mitico e famoso.
Lo dicevo io che è unico e sono fiera di lui!