Fuliggine sgusciò nella stanza, con un balzo saltò sulla poltrona in grembo a Grace, e lì si acciambellò soffiando.
Grace si distrasse un attimo, poi prese di nuovo a fissare la parete accarezzando il gatto.
Come gli era stato insegnato, nel periodo passato a Scotland Yard, aveva disposto sul muro tutti gli indizi, fissandoli con delle puntine da disegno.
C’erano: un planisfero carico di bandierine, una mappa del tetro castello di Darkrock, l’identikit della donna ricercata, disegnato da Marylin sulla base del quadro che aveva visto a casa di Angel David.
Gli indizi erano davvero scarsi, si sapeva troppo poco di questa strega, strega o demone che fosse.
Purtroppo bisognava affrettarsi e rintracciare la madre di Angel David prima della congiunzione con Saturno che lo avrebbe reso debole. Grace aveva assegnato ad ogni strega un compito, proprio come fanno i grandi investigatori, e adesso aspettava il loro ritorno meditando.
Grace ci sapeva fare come detective, aveva avuto una relazione (senza mai specificare di che tipo) con Hercule Poirot, e poi era stata vista qualche volta al ristorante con Ellery Queen. Si vociferava perfino che la Signora Barbara Fletcher avesse una contatto diretto wath zapp con lei, e che la consultasse per i casi più ostici.
Entrò nella stanza Hilary, sbuffando, con un grosso volume in mano e lo posò sul tavolo sollevando una nuvola di polvere.
«Ecco Grace, questo è l’archivio stregonesco che mi avevi chiesto, non è stato facile farmelo prestare, ma sai ho i miei metodi…»
Le due presero a sfogliarlo per cercare qualche traccia della famiglia di Angel Devil.
Era scritto in latino medioevale e così si fecero aiutare da Matty, a suo tempo laureata in lingue morte e moribonde.
«Dunque, dunque, ecco qui ci sono le antiche famiglie stregonesche di Darkrock, dobbiamo cercare il cognome Devil, cavolo sono davvero tante.»
Arrivarono Irin e Lucy con facce tristi e deluse.
«Allora ragazze, novità?»
«Macchè, al villaggio nessuno ne sa niente, abbiamo interrogato tutti gli anziani, anche un sacerdote esorcista che alle nostre domande ha reagito tirandoci dietro anatemi e acqua benedetta. Che esperienza imbarazzante!»
«Accidenti, non sappiamo proprio dove trovarla.»
Prima dell’entrata di Patty si sentirono le sue grida di giubilo.
«Eccomi, ho la soluzione, arrivo!»
Apparve con un sorriso smagliante recando in mano una grande palla di vetro.
Grace le andò incontro con aria sbalordita.
«Ci sei riuscita? Bravissima!»
Irin la interrogò per tutte.
«Una sfera di cristallo, tutto qui?»
Grace la prese tra le mani e la poggiò delicatamente sul tavolo. Era una sfera bianca che mandava spruzzi di luce argentata.
«Ragazze non lo riconoscete? Questa è niente popò di meno che una copia del famoso Palantir di Saruman!»
Tutte si accalcarono intorno al tavolo, compresa la sirena Marylin che si stava abituando al paio di gambe “temporanee”.
«Oh che meraviglia.»
«Brava Patty.»
«E come funziona?»
Rispose proprio Patty.
«Da ciò deduco che nessuna di voi ha letto “Il Signore degli Anelli”. Non importa ve lo spiego io. Adesso basterà pensare alla persona desiderata e questa apparirà nella sfera, e sarà possibile così parlare con lei, in diretta, come su Skipe.»
Intervenne Grace.
«A questo punto tocca a Marylin, dopotutto è l’unica che l’ha vista, anche se soltanto in ritratto.»
«Ma io non sono una strega!»
«Non importa, ti aiuteremo noi con la nostra catena magica.»
Poi toccò a Matty gridare.
«Eccola ho il nome! Dagli archivi stregoneschi sembra si chiami Donaty Ella Borg, da una relazione con tale Very Blake Devil è nato il nostro nemico Angel Devil.»
«Marylin, adesso puoi anche chiamarla per nome, tocca a te!»
La sirenetta si sedette sulla poltrona meditativa con il Palantir in mano, le compagne le si disposero intorno con le mani alzate, poi prese a fissare la palla di vetro e a chiamare con voce tremante:
«Signora strega Madama Donaty Ella Borg, se mi sente risponda… mi sente? Pronto?»
«Hei, non stai mica al telefono!»
«Ma che cavolo ne so come funziona questo coso. Non fatemi perdere la concentrazione. Signora Donaty Ella Borg, mi sente?»
Dalla sfera i bagliori si fecero più intensi, poi iniziò uno sfrigolio di linee grigie e partì il bip di quando una volta si cercava la linea internet con i vecchi modem.
Biip, biip
Ed ecco apparire due occhioni neri che fecero sobbalzare Marylin ed esclamare un sonoro «Ohhhh!» a tutte le streghe.
Finito il biip si sentì una voce calda e avvolgente.
«Chi mi cerca?»
Parlò Grace cercando di contenere l’emozione.
«Buonasera collega strega, siamo un gruppo di amiche e la stiamo contattando per un consiglio sul comportamento da adottare con una persona che lei conosce bene. Non intendiamo disturbarla però si tratta di Angel Devil.»
Una serie di rumori sinistri risuonarono nella stanza e fecero schizzare via Fuliggine con un miagolio disperato, poi un mulinello di luce verde prese a vorticare facendo volare tappeti e sopramobili vari.
Boom, patapum, patapum, zac zac e poi puff.
Così apparve una delle donne più belle che le streghette avessero mai visto, in una soffusa nuvola verde profumata di lavanda.
Altissima, avvolta in un lungo abito aderente verde smeraldo, i lunghi capelli neri incorniciavano un viso bianco come la cera, illuminato da due occhi neri grandi e splendenti.
Le spalle erano avvolte da una pelliccia di volpe rossa, la quale si guardava intorno con un aria scocciata, e ritornò poi a sonnecchiare poggiandosi sul collo della donna.
«State parlando di mio figlio!»
Le streghe erano davvero intimorite e Marylin appariva completamente paralizzata. Grace si schiarì la voce e parlò facendo un passo avanti verso la donna.
«Ci perdoni se l’abbiamo disturbata ma abbiamo un problema con Angel Davi, un problema che dura una vita.»
«Trovatemi una persona che non abbia avuto un problema con quel monellaccio di mio figlio!»
«Marylin alzati, fai accomodare la signora.»
Questa squadrò la poltrona sporca di fuliggine (del gatto Fuliggine) e storse il naso.
«Mie signore, sono di fretta, resterò in piedi così mi spiegherete velocemente, ero diretta a un appuntamento e non vorrei tardare. Ditemi cosa ha combinato questa volta.»
«Ecco, noi siamo da secoli il suo bersaglio preferito, ce ne ha fatte passare di tutti i colori, una volta ci ha persino messo in mano ad un tribunale dell’Inquisizione.»
«Oh, ne ho sentito parlare, sapete da ragazzo si divertiva così.»
«Certo, però vede noi vorremmo fargli un dispettuccio, per vendicarci un po’, niente di male, la nostra paura è che si vendichi in maniera definitiva, così abbiamo pensato ad un consiglio… sa, chi più di una madre?»
«Di che tipo di dispettuccio parlate?»
«Bè una cosetta da niente, del tipo, fargli passare la voglia di scrivere…»
«Ah!»
«Non si arrabbi anche lei la prego!»
«Mi lasci finire. Ah! Ancora perde tempo con quelle sciocche storie! Ho insistito tanto per fare di lui un avvocato stregonesco o un mago medico, macchè, sempre con il naso tra quegli stupidi libri!»
«Quindi, ci aiuterà?»
La donna appariva turbata.
«Angel è sempre stato un discolo, e quando lo sgridavo si rifugiava tra le fiamme del papà!
Quante volte ho cercato di punirlo! Voi sareste davvero capaci di un incantesimo del genere?»
Le streghe si guardarono l’un l’altra annuendo.
«Sì, certo, possiamo farcela.»
«Bene, non voglio sapere altro! Se oserà provare a vendicarsi su di voi chiamatemi, questa volta lo punirò per tutte le volte che mi è sfuggito.»
Un’ondata di gioia travolse le streghe che si accalcarono a ringraziarla e a baciarle le mani.
Pur di non farsi toccare ulteriormente Madama Donaty Ella Borg fece sparire metà corpo, e con il bianco viso che fluttuava nell’aria salutò le streghe con un ultimo monito:
«Mi raccomando però, non siate troppo cattive, è pur sempre il mio figliolino adorato!»
Puff e andò via, lasciando nella stanza un lieve profumo di lavanda.