La coppia giunse stremata da un lungo cammino al piccolo villaggio, la loro automobile li aveva traditi nel bel mezzo di una prateria, non si vedeva un edificio o una persona a perdita d’occhio.
Era sera ormai, Nancy e Rod tirarono un sospiro di sollievo, suonarono al campanello di una casa che sembrava quasi una chiesetta con quel tetto appuntito e la finestrella ad arco. Nancy disse tentando di ridere:
“Ci abiterà un Pastore”
Il marito abbozzò sorridendo, era troppo stanco.
Non fu un pastore ad aprire la porta ma una donna di mezza età, con i capelli raccolti in uno chignon, magra e dal portamento rigido e austero.
“Chi siete?” domandò.
“Signora – rispose Rod – le chiediamo scusa per il disturbo, ma la nostra automobile si è fermata nel bel mezzo di una landa deserta, non c’era un’anima viva per chilometri, siamo arrivati a piedi fin qui, siamo distrutti.”
“Capisco – disse la donna senza sorridere – cosa posso fare per voi?”
“Potrebbe dirci se c’è un meccanico da queste parti, oppure fare una telefonata al soccorso stradale…”
La donna li guardò un istante con uno sguardo indefinibile, poi si girò e chiamò:
“Isaac, puoi venire per favore?”
Si sentì uno scalpiccio avvicinarsi:
“Eccomi Judith, che succede?”
Nancy e Rod lo guardarono e un’inspiegabile inquietudine si insinuò in loro. Anche lui, come la moglie, aveva una postura rigida e austera, non sorrideva, li scrutava con occhio indagatore senza parlare.
Rod stava per dire qualcosa ma Judith intervenne e spiegò al marito in poche parole ciò che era successo ai due malcapitati.
“Falli entrare” disse Isaac, e se ne andò.
La donna spalancò la porta e fece loro cenno di farsi avanti. Nancy e Rod entrarono in casa lentamente, si guardarono un attimo negli occhi e capirono cos’era quella strana sensazione che provavano… era paura!
Riapparve Isaac sempre serio e irrigidito, disse loro che aveva telefonato al carro attrezzi, sarebbe arrivato però solo l’indomani, poiché era molto distante e aveva troppo da fare oggi.
“Oh, che disdetta – esclamò Rod – allora potete indicarci un motel dove passare la notte?”
Isaac e Judith si guardarono per alcuni secondi, poi il marito fece cenno di sì con la testa.
“Potete stare da noi – disse Judith – abbiamo una stanza per gli ospiti al piano di sopra”.
“Non vorremmo disturbarvi oltre – rispose Nancy – sperando in cuor suo di andarsene al più presto da lì – meglio se ci dite dove…”
“Non ci sono motel qui” intervenne Isaac lapidario.
“Capisco – sussurrò Rod – mentre la sua inquietudine andava aumentando.
Judith li precedette su per le scale e indicò loro la stanza degli ospiti.
“Grazie” – mormorò Nancy.
“Buonanotte” disse la donna chiudendo la porta.
Rimasti soli Nancy disse al marito:
“Qesta casa e quei due là sotto mi mettono i brividi! Hai visto come è tutto maniacalmente in ordine qui? Non c’è un granello di polvere, un oggetto fuori posto, e poi, loro due, così impalati, sembrano due zombi! Mi fanno paura”.
“Lo so cara, anche io la penso come te. Consoliamoci però, è solo per una notte, domani verrà il carro attrezzi e ce ne andremo”.
Lei gli sorrise fiduciosa, si diedero un bacio e si misero a letto.
La mattina dopo Judith e Isaac erano in piedi davanti alla loro casa. Lui aveva in mano un forcone col quale aveva ammonticchiato le foglie secche in un punto del giardino.
Lei guardava verso la strada con una certa preoccupazione:
“Il vecchio Jeff è in ritardo col carro attrezzi” disse.
“Arriverà, non temere, lui arriva sempre, soprattutto quando c’è da guadagnare. Scommetto che ha già ripulito l’auto di tutto ciò che ha valore, quando la porterà in officina, una bella verniciata e sarà irriconoscibile… Ci farà dei bei soldi”.
“Anche a noi è andata bene, vero?” Chiese Judith
“Direi di sì, quei due avevano un bel gruzzolo nelle tasche, e anche diversi gioielli”.
“Riposino in pace, speriamo che non li trovino – disse Judith.
“Impossibile, la buca è molto profonda e ho messo un bel po’ di foglie secche sulla terra, come al solito. Non troveranno mai né loro né gli altri”.