Esco di casa con solo le chiavi, senza neppure il cellulare. Improvviso, impellente bisogno di disintossicazione totale ed efficace. Ho deciso che voglio fare due passi con Lucilla perché quest’aria limpida e gentile che segue il diluvio ci mette in pace col mondo. Incontriamo per caso Pierugo, un pechinese imperiale di 14 anni tanto buffo e pelosissimo. Un bellimbusto che non sa di essere ormai vecchietto quindi quando meno te lo aspetti salta addosso agli altri cani con fare impetuoso come neanche Godzilla oserebbe. Quanta audacia! Non ha la percezione della sua stanchezza e cammina per tanto, ma tanto tempo fino a quando non decide di fermarsi assumendo un atteggiamento che definirei atarassico. Decisamente una volontà non opinabile, la sua. Immobile, una statua. A quel punto lo si deve prendere in braccio perché è fuor di dubbio che non rifarà gli stessi passi per tornare a casa. Ti guarda come a dire -:”avanti schiavo, sbrigati ad inchinarti e a prendermi in braccio che gnaa faccio. Dato che ci sei baciami anche un pò perché lo so che lo vuoi ed ora ho intenzione di concedertelo: approfittane!”-
Si, devo ammetterlo. È irresistibile.
Ci si saluta mentre penso che una scoppoletta sul capo gli starebbe divinamente. Pierugo. Mai nome fu più azzeccato. Le risate di cuore che mi ha inaspettatamente strappato sono di una dolcezza benefica.
Altri due passi tra fiori meravigliosi, cespugli verdissimi animati dal soffio dell’estate e stradine chiuse e quindi silenziose e rigeneranti. Le nostre preferite. Aria cristallina.
Eccola. India. Lei è India. Sembra un giocattolino cinese a pile. Abbaia cadenzando il ritmo e saltella su tutte e 4 le zampette. Quanta eccitazione! Piccola pelosetta comica, simpaticissima e birichina. Stuzzica Lucilla ma non sa che ha a che fare con una principessina timida e delicata che nella vita ha un unico grande scopo: dormire.
Dunque India, sei deliziosa ma non ti aspettare nessun gesto socievole da parte nostra poiché siamo immerse nel nostro mondo fatato fatto di divano-baci-cibo-baci-divano-ninna. Non ci faremo abbindolare, sai. Sei bella e ci guardi con occhietti profondi e spalancati e sei talmemte felice che se continui ad agitare la coda prendi il volo ma vedi, a Lucilla piace tanto la sua elegante quiete. So che comprenderai.
A pochi portoni di distanza c’è Margherita. Lei partecipa persino alle riunioni di condominio dando sempre a tutti un esempio di calma e compostezza. Assiste attonita all’ira della gente, felice di esser nata cane. Come darle torto.
Ma guarda chi c’è! Joe! Lui è un cocker calmo e serafico dalle ciglia lunghissime e lo sguardo mieloso. Se fosse umano sarebbe il migliore amico di tutti, quello su cui poter sempre contare, il romano da 7 generazioni, il bonaccione trasteverino, quello a cui i neonati sorridono e tirano la barba. Segue pazientemente il suo padrone un pò pazzerello e logorroico a cui vuole comunque molto bene. Siamo noi, che ci allontaniamo dall’imperfezione dell’essere umano come fosse un mostro da temere o una malattia infettiva. Le bestie non hanno paura e non discriminano.
Siamo indietro di mille anni luce.
Nel frattempo mi dimentico che è ora di cena, mi dimentico di avere un cellulare, una casa, cose da fare… mi dimentico le ombre. Torno indietro con Lucilla che nel frattempo si è innamorata di fiorellini colorati qua e là e pigne giganti che osserva con attenzione maniacale.
Mi siedo un attimo sul divano e penso al miracolo appena compiuto da questi cani. Mi hanno fatto ridere e commuovere nell’arco di una mezz’ora e hanno spazzato via, con luce sincera negli occhi, genuina spontaneità, amore incondizionato verso i loro padroncini e sguardi onesti i miei pensieri più spigolosi.
“Signore, lasciami essere metà dell’uomo che il mio cane pensa io sia.”