«Ma dico! Come si permette di entrare in questa maniera? Chi si crede di essere? »

Vedo che il cacciatore esita, resta un attimo interdetto: non c’è come giocare di anticipo che ti permette di sfangarla!

Che poi se fossi furbo, poi…

«Mi scusi»,  dice incerto, «mi hanno detto che qui ci sarebbe un lupo che… »

«Mio dio, un lupo! Ma aspetti… In casa mia? E come avrebbe fatto ad entrare?»

Il cacciatore si guarda intorno e non nota segni di effrazione.

«Per la verità… ecco… non saprei proprio. »

«Ma mi scusi, chi le ha raccontato questa storia?»

«Una bambina che ho incontrato nel bosco e che mi ha detto di essere diretta a casa della nonna…»

«Come era quella bambina? »

Il cacciatore si rianima: è evidente che spera di aggiustare la brutta figura:

«Aveva un vestitino rosso con il cappuccio, un cestino in mano…»

«Come questo? »  lo interrompo, indicando un cesto posato sul tavolo.

Lui lo guarda perplesso.

«Più o meno sì, è simile…»

«Sono tutti uguali. Deve averlo visto l’altro giorno. La bambina, che poi è una ragazza, avrà 12 o 13 anni, è passata di qui a cercare di vendermi qualcosa, ma sa, io sono vecchia e certi generi…»

«Perché? Cosa vendeva? »

«È una balorda», dico mestamente, «la conoscono tutti. Gira con medicine, stimolanti, erba, pasticche blu… ma immagino che se l’avrà incontrata avrà cercato di venderle anche qualcos’altro, vero?» e ammicco.

Il cacciatore è imbarazzato, arrossisce.

«Via, via non faccia così, sono stata giovane anch’io! Quelle gambette nude… era maliziosa, vero?»

Il cacciatore adesso è rosso come un peperone: ho colpito nel segno. Si agita.

«Ora devo proprio andare, signora, mi dispiace di averla disturbata. Posso fare qualcosa per lei?»

Approfitto della situazione:

«Beh… veramente… Non è che potrebbe passarmi quel barattolo sulla credenza? Sa, alla mia età basta un minimo di agitazione e subito mi viene un bruciore di stomaco terribile!»

Lui è imbarazzatissimo. Prende l’Alka Seltzer e me la passa insieme ad un bicchiere d’acqua.

«Grazie…», dico timidamente

«Non c’è di che, signora. Mi dispiace… Qualsiasi cosa abbia bisogno…»

«Va bene così, grazie adesso vorrei soltanto riposare un po’. »

Lui coglie la palla al balzo si avvicina alla porta, la apre, esce e se la chiude dietro con delicatezza.

Finalmente! Prendo il barattolo e ne ingoio il contenuto tutto d’un colpo, insieme a mezzo secchio d’acqua. Devo stare più attento: va bene la nonna, ma la bambina non dovevo mandarla giù subito, anche se era così tenera. Eppure lo so che la carne cruda fatico a digerirla!