A Manchester era un giorno di pioggia e John McDonald’s stava studiando come fare una barchetta di carta, il suo gemello Paul McDonald’s lo aiutava nel progetto.
Così si misero all’opera, una volta finita la creazione uscirono di casa e incontrarono Michael Yoch, il bullo della scuola, con Ronald Swift uno dei suoi scagnozzi.
Ronald lanciò un sasso a John che lasciò cadere la barchetta nella pozzanghera, cercò di inseguirla, ma quella finì in un tombino. Allora John e Paul tornarono a casa, andarono nella camera di John dove c’era una cartina della città e trovarono il punto dove la barchetta era scomparsa.

Venne sera e Paul e John cenarono, poi John chiese ai suoi genitori se potevano uscire, ma la mamma rispose di no perché ormai era tardi.
Allora John andò in camera e organizzò un piano per uscire, peccato ci fosse la pioggia e il papà andasse a letto tardi, non potevano utilizzare la porta, così scelsero la finestra e riuscirono ad arrivare in piazza, decisero di andare lì dove la barchetta era scomparsa, ma non sapevano che Michael e lo Ronald li stavano seguendo e sbucarono fuori e dicendo:
«Cosa ci fate voi qui?»
«Stiamo andando da Kim e da suo fratello Donny» e si avviarono, quando videro che i due se n’ erano andati, John esclamò:
«Ok torniamo al nostro piano».

E si avviarono, la barchetta era davanti ai loro occhi e si calarono per prenderla, ma apparve un fantasma di nome Boinghard che chiese ai due bambini:
«Ciao bimbi come vi chiamate?»
I bambini esclamarono il loro nome.
Il fantasma esclamò:
«Io sono Boinghard il fantasma salterino».
I bambini lo pregarono:
«Per favore dacci delle caramelle».
«Chiamo il mio amico Slender che ve le darà!»

Così Slender arrivò e diede delle caramelle alla menta ai bambini che le mangiarono, ma si rimpicciolirono fino a diventare formiche e proprio quando stavano per cadere nel tombino e toccare il fondo si svegliarono pieni di lacrime.

John corse dai genitori che lo abbracciarono insieme a Paul.
Il papà gli chiese:
«Da questo incubo avete imparato qualcosa?»
«Sì» dissero in coro i bambini «abbiamo imparato ad ubbidire, a non accettare regali dagli sconosciuti e non andare in giro senza permesso».

Vittorio, Lorenzo M