Era la sera di una giornata nebbiosa d’autunno, il sole era appena tramontato lasciando una scia di rosso, nell’aria c’era profumo di caldarroste. Filippo stava guardando la televisione sdraiato sul divano, era un bambino di media altezza di carattere vivace, aveva 10 anni e viveva a Lurago City con la sua famiglia.

Era passato un po’ di tempo dalla cena e la mamma Chiara gli ordinò:
«Filippo fila subito a letto che è tardi!»
Filippo come al solito rispose:
«Sì, sì, appena finisce la puntata.»
La  mamma esclamò:
«Alle 21:30 ti voglio sotto le coperte chiaro?»
Filippo rispose:
«Certo mamma!»
E stette sul divano fino alle 23 e 30 perché la mamma si era addormentata presto e non si accorse che Filippo era ancora sveglio.

Il furbone, inoltre, aveva messo sotto le coperte dei cuscini per far credere alla mamma di essere a letto.
Poi arrivo il papà: Massimo, che con l’aria molto seria sgridò Filippo che perso nel suo film sugli unicorni, non lo sentì arrivare. Filò subito a letto.

La mattina seguente Filippo dovette andare a scuola come sempre purtroppo.
Il maestro Samuele lo chiamò all’interrogazione, Filippo inizio a pensare:
«Prenderò sicuramente un 5» e una voce dentro di sé inizio a sussurrare «5, 5, 5», gli sembrava di essere ipnotizzato.
Comunque Filippo andò a ripetere la lezione o meglio a provarci, ad un certo punto il maestro chiese:
«Filippo, parlami delle catene dell’Himalaya.»
A un tratto Filippo, vide passare davanti alla finestra un unicorno ed esclamò:
«Guarda maestro c’è un unicorno!!!»
Il maestro sorpreso chiese:
«Filippo sei per caso sulle nuvole?»
Filippo insistette:
«Appunto maestro sono sulle nuvole, dove vivono gli unicorni.»
Il maestro lo guardo con aria preoccupata.
Filippo continuò:
«Maestro un unicorno sta cantando un canzone che ti entra in testa e ci rimane tutto il giorno, fa così: fai un passo avanti e poi un giro intorno, ci vestiremo tutti quanti da unicorno.»
Il maestro chiese a Filippo:
«Filippo dove siamo?»
Filippo rispose:
«Ehm, ehm!!!»
Allora il maestro disse:
«Filippo sono costretto a convocare tua mamma per un colloquio individuale.»

Suonata la campanella il maestro chiamo la mamma di Filippo che quando conobbe l’accaduto esclamò:
«Tutto questo è sicuramente accaduto perché ieri ho detto a Filippo di andare a letto presto e lui non mi ha ascoltato. Quindi penso sia stata la stanchezza.»
Il maestro rispose:
«Ok, la capisco, però a casa gli dia un bel castigo e che non succeda più!»

Una volta tornati a casa la mamma sgridò Filippo poi arrivo il papà che urlò:
«Non ti permettere più di non ascoltare la mamma quando ti parla, poi vedi cosa succede? Bisogna ascoltare i genitori perché possono accadere cose che non ti aspetti.»
Così Filippo quella sera andò a letto.

Giulia e Camilla