Autore: Manuela Mancini

LES AMOREUX DI BRASSAI

Parigi, una notte d’inverno del 1934. Nell’oscurità, dopo la pioggia, le vie semi deserte rilucono sotto la sequenza di esili lampioni pensierosi. Passa rumorosamente il bus delle 23:00 per Rue Aubert e se ne va con il suo ultimo carico di umanità diretta frettolosamente chi sa dove; i suoi fari sciabolano ancora un po’ la notte e poi scompare. Aline Reveur cammina svelta mentre si stringe affondando il viso nel  collo di pelliccia del paletot, cercando quel calore che il vestito indossato sotto non le dà. Eh già! Per far colpo sul suo nuovo corteggiatore aveva scelto un abito...

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MA POI QUALCHE VOLTA CI RIPENSA. (Sequel de ‘IL DESTINO SI DIVERTE)

Maria guardò l’ora sul cellulare. “Accidenti però! Scommetto che Laura avrà perso mezz’ora a truccarsi e vestirsi, a scegliere tra le sue scarpe rigorosamente ‘tacco 12’. Chissà quanto mi farà ancora aspettare…” . Pensava così quando notò uno strano trambusto fuori dalla porta unito a voci concitate. “Sarà successo qualcosa…” si disse ma già stava rivolgendo il pensiero ad altro, quando in controluce sul varco della porta vide comparire Laura stranamente piegata su se stessa, zoppicante ma sorretta da un tipo. “Laura! Che ti è successo…vieni, siediti qui.” Insolitamente scarmigliata e priva del suo consueto aplomb, Laura Aspillo si...

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IL DESTINO SI DIVERTE

Marco Mesti, architetto arredatore, entrò alle 9:50 al bar Incontri. Si sedette davanti ad un caffè continuando a pensare a come e dove cavolo mai avrebbe potuto trovare un esperto in tessiture di seta con argento/oro . Gli era capitato per le mani un affare molto importante e rischiava di vederlo probabilmente sfumare. Infatti, uno sceicco del Qatar, ricco da far schifo, gli aveva chiesto se avesse potuto presentare un progetto per arredare ogni suite dei suoi 15 hotel a cinque/sei stelle. Fondamentale requisito era l’utilizzo di un tale tessuto che riproducesse nella sua trama il logo della catena....

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SIKY

Acer Pseudoplantanus, forse più noto come Sicomoro ( ma per gli amici semplicemente Siky), era un nobile acero dalla chioma arrotondata che in un piccolo gruppo di simili viveva in collina proprio qui, ai bordi della città, una città come tante. Non amava proprio il  caos cittadino che intravedeva da lontano preferendo di gran lunga passare il tempo a disegnare ed accarezzare il cielo con le sue foglie a cinque lobi che sembravano proprio delle mani. Con i suoi due fratelli aveva trovato dimora in una radura un po’ appartata che appunto per questo era spesso meta di coppiette...

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IL PONTILE

Erano , quelli, giorni interminabili in cui le lancette dell’orologio della torre sembravano ferme come quelle nuvole laggiù all’orizzonte. Eppure si aveva il sentore che qualcosa sarebbe arrivato ed era una sensazione simile ad un brivido dolce-amaro che li sospingeva ad agire, a vivere appieno quello spazio di tempo in una irrefrenabile voglia di giocare. Così, quel giorno, Mario, Gianni, Fausto e la banda intera avevano inforcato le bici per andare a giocare a pallone sulla radura, laggiù, lungo il fiume. Avevano riempito l’aria di ‘Gooooooal!’, risa, ‘Dai, dai passa la palla!’, insulti all’amico che non s’era mostrato pronto...

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STRAPPI

Era arrivato in lieve ritardo quell’intercity 612 da Taranto che lo avrebbe portato a Bologna da cui sarebbe poi partito per ritornare a Melbourne . Già, stavolta definitivamente poiché il suo stage di sei mesi, così stimolante e soddisfacente, gli aveva aperto sbocchi occupazionali irrinunciabili. Così, era tornato qualche giorno a Natale per rivedere i suoi e Lia, per salutarli e prepararli allo ‘strappo’. E quanto faceva male quello strappo, accidenti! Hai voglia a dire “C’è Skype, Whatsapp…”! Il calore di un abbraccio e di un bacio sono altra cosa e poi… annusare la pelle di Lia, infilare le...

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