Autore: Manuela Mancini

CIVITELLA

Fortezza di Civitella Del Tronto, sono le ore 21 del 19 marzo 1861. Il fante Rivello Concetto, comandato a fare la guardia sulle mura ad ovest, è solo e va pensando: “A quest’ora di solito smettono di bombardare. E meno male! Dopo una giornata di bombardamenti ininterrotti, una breve tregua permette a noi e a loro, i Sabaudi, di riposare per un po’ e tirare il fiato. Ma occorre stare all’erta, sempre, perché potrebbero volerci cogliere di sorpresa e non ci si può certo fidare. Così eccomi qua consegnato a fare la guardia mentre gli altri riposano, beati loro....

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SEQUEL di A CARO PREZZO (su incipit di G. Dimilito da * a*)

La povera Clotilde strizzava gli occhi cercando di forare l’oscurità che avvolgeva la strada ed il bosco, nell’ingenua speranza di vederlo tornare. Niente, ora non si udiva neppure più il cigolio del carro ma solo il rumore della tempesta che sembrava ora essere un tutt’uno con quella che le stava devastando il cuore. “ Forse stava arrivando qualcuno e si sarà dovuto nascondere per poi ritornare a prendermi”, si raccontava illudendosi. Aspettò per parecchio ancora mentre lì, esposta alle intemperie, era ormai ridotta ad un povero cencio tutto acciaccato ed inzuppato che chiamava con voce sempre più fioca e...

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A CARO PREZZO ( Su incipit di G Dimilito da * a*)

*La fanciulla percorre il lungo corridoio che porta alle scale della torre del castello. Cerca e trova il segnale convenuto, una piccola incisione sul muro: due cuori . Il suo amore proibito la sta aspettando in cima alla torre. E’ buio pesto, un forte temporale imperversa questa notte; porta con sé il candeliere e sale le tortuose scale. Non ha paura, nulla può fermare l’amore.* Lei, Clotilde Roberga , dei conti Roberga Sproventi Dalmazi Proventini, a dire il vero, non era una gran bellezza. Sarà stato per via di quei capelli radi che incorniciavano un viso asimmetrico scialbo e...

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SI VA

Risentiva ancora quelle parole pronunciate con asettica gentilezza: “ Purtroppo al momento abbiamo l’organico completo. Forse tra qualche tempo … ” Si strinse nel cappotto. “Cavolo che freddo fa qui sui binari ed il treno è pure in ritardo”. Si guardò intorno; tutti uguali nelle loro giacche a vento scure, tutti curvi sullo smartphone ed il viso immerso nelle sciarpe, non uno sguardo. Aveva voglia di esplodere la sua rabbia, raccontare la sua ennesima delusione ma era sola. In mezzo a tutta quella gente era sola. La luce dell’edicola la attrasse, meglio pensare ad altro, si disse. In fretta...

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PALU-ARUYA

Villaggio dei Karawetheri Yanumami, Sierra Marauià, Brasile , anno 1985. Palu-Aruya, disteso sull’amaca accanto a quella della madre, non riusciva a prendere sonno. Davvero tante erano state le emozioni del giorno precedente. Guardava fisso quell’incredibile cielo nero trapuntato di stelle mentre la luna filtrava la sua fioca luce tra i fitti rami della selva. Era silenzio intorno ma era un silenzio pieno di presenze minacciose tenute lontane solo grazie ai numerosi fuochi accesi vicino alle amache che , famiglia per famiglia, erano disposti seguendo il perimetro ovale dello sciabono recintato da un’alta staccionata. Se ne potevano contare 21 di...

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PIOGGIA

Accidenti a questo groppo che mi pesa dentro e accidenti a questo grigiore che m’inghiotte e sembra penetrarmi anche nell’anima! Accidenti pure a questa senso d’insoddisfazione che quest’estate rotolata via mi sta lasciando! Così stava pensando Mario mentre dribblava pozzanghere tra sguardi estranei e fugaci, arrabbiato con sé e col mondo. Sì, ce l’aveva con sé stesso e con quel cretino che era. Maledizione alla sua vita frenetica che gli impediva di organizzarsi secondo ritmi più umani… Era appena salito sul marciapiede, quando una macchina gli schizzò melma ed altro ancora sui pantaloni, su quei pantaloni freschi di lavanderia....

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