Una fata rigira con decisione un mestolo in una pentola e a mano a mano inserisce degli ingredienti:
«Bava di lumaca, spirito di lucciola, cuor di biancospino, polvere di farfalla.
Ecco, dovrei aver messo tutto.
Tra poco nel bosco magico inizierà la selezione annuale di X-fiabe, adoooro le fiabe, ho sempre partecipato con tanto entusiasmo ma…non ho vinto mai!» affranta tira su con il naso.
«Ma stavolta userò una pozione fatata e sarò io» agitando il mestolo in aria: «fata Verbena, a vincere il concorso!»
Inizia a canticchiare: «Fior di verbena – io vincerò il concorso questa sera – la favola più bella e la più…. la più…»
Arriva una seconda fata: «Scema! La più scema!»
«Fata Salicornia!»
«Fata Verbena ma cosa stai facendo? Vuoi vincere la selezione con un incantesimo?»
Fata Verbana inizia a piagnucolare.
«Vergognati! Noi non siamo streghe siamo fate dei boschi, non siamo fattucchiere da quattro soldi!»
Verbena piange e si dispera: «Uaaa, Uaaaa. Aiutami tu fata Salicornia, non ho vinto mai niente in vita mia, mai, mai…»
«Forza, asciugati le lacrime e soffiati quel naso moccioloso. Lascia perdere questi intrugli, esci da questo tronco d’albero! Voliamo nella radura incantata dove ci aspettano gli scoiattoli e gli uccelli canterini, i cerbiatti e le lumache. Se ci sbrighiamo arriveremo con un soffio e potremo essere le prime a raccontare una storia.»
«Hai ragione, voliamo via. Non importa se non vincerò… ma voglio essere la prima a raccontare! La prima! Tiè!»
Appare la terza fata che svolazza nell’aria sbattendo le ali, e guarda in basso: «Ma tu guarda, ancora non è arrivato nessuno. Una volta c’era più puntualità su questa terra, i boschi erano più frequentati, le radure accoglienti e ricche di fiori.»
Si posa e inizia a grattarsi: «C’erano angolini nascosti per noi fate, eravamo tante, tante. Adesso non riusciamo più a trovarci, servono i concorsi alla X-fiabe per farci incontrate, e arrivano anche in ritardo! Non ci sono più i boschi di una volta…»
Una quarta fata la interrompe: «Fata del Cactus, perché ti lamenti?»
«Ah, fata Margherita, non ci sono più i boschi di una volta, ricchi di animaletti e insetti ronzanti. Anziché uscire vivono tutti rintanati nelle loro tane a guardare la Boscovisione, e sono sempre soli e si ingozzano di merendine. Guarda tu che mortorio!»
«Ma fata del Cactus, sei tu che sei arrivata un’ora prima. Ti sei confusa con l’ora legale!»
«Ma come? Davvero?» e controlla una grossa sveglia che aveva in tasca, la avvicina all’orecchio e la scuote.
«Ti piace tanto lamentarti, cara sorella, sarà perché vivi circondata dalle spine dei cactus? Ti pizzicano? Ti prudono? Per questo gratti?»
«Già, sapessi come prude! Ecco, guarda laggiù, sono arrivati i giurati. Tra poco inizieremo a raccontare le nostre favole. Tu fata Margherita, sarai forse la prima?»
Allora fata Verbena, che si avvicina sbattendo le ali, riprende a piagnucolare: «Noooo, volevo essere io la prima a raccontare. Guarda, fata Salicornia, adesso ci sono quelle due prima di me. Noooo.»
Poi indica con un dito lontano: «E ne sta arrivando un’altra, tutta bianca, deve essere fata Bucaneve. Quella vince tutti gli anni: che invidia!»
Fata Bucaneve risponde atterrando in una nuvola bianca: «Forza, allora inizia tu a raccontare, la giuria è pronta, i ragazzini ci ascoltano.»
Agita un fazzoletto bianco per salutare i bambini: «Ciao ragazzini, siete pronti ad ascoltarci? Allora prestate attenzione e che la magia sia con voi!»
Interviene fata Margherita: «E mi raccomando… non grattatevi!»