Mi chiamo Jack, Jack Nicedream e sono in capitano della nota Happy Turtle, la nave spazio-temporale con la quale sfido insieme al mio equipaggio le leggi dello spazio e del tempo, sempre pronto per una nuova entusiasmante avventura!
“Avanti pesca Anthony, pesca!” Dice sempre Giulia, al momento di svelare i codici segreti della nostra prossima missione. Questo è uno dei momenti più belli su Happy Turtle, che lei affronta, quasi fosse un rito propiziatorio, sempre nello stesso modo: ridendo a crepapelle.
La sua risata è contagiosa. Spesso quando ride dai suoi occhi blu e un po’ orientali escono lacrime che le rigano il dolce volto chiaro e lentiginoso.
Anthony quando sente Giulia ridere non resiste, e subito infila la sua mano nel contenitore giallo, quello degli anni, e tira fuori il primo foglietto.
“Bravo Antony! Adesso il luogo! Li apriamo tutti insieme, alla fine, i foglietti.”
Se fossero cioccolatini Giulia e Anthony non sarebbero tanto entusiasti.
Anthony si concentra un po’ di più questa volta, perché per lui, che non controlla bene le mani, è un grande sforzo rovistare nel contenitore rosso. Ma non vuole alcun aiuto, anche perché non funzionerebbe, essendo lui l’unico sulla nave a possedere poteri telepatici.
I suoi grandi occhi nocciola nascosti dietro lenti spesse un centimetro parlano chiaro: “Questo è il mio compito.”
Sono io a riempire i contenitori di foglietti con anni e nomi e luoghi.
È la volta dell’ultima estrazione, la scatola in questo caso è blu, e Anthony è davvero esausto per il grande sforzo. In fondo la telepatia nello spazio-tempo comporta un utilizzo impressionante di connessioni neurali quadridimensionali.
Ma non voglio annoiarvi con dettagli scientifici, dimentico sempre che quello che a me sembra semplice come fare due più due non è così facile da capire per chi come me non ha dovuto studiare da scienziato e da eroe. Per chi non ha studiato il mestiere di condottiero di missioni nello spazio-tempo insomma!
Non intendo vantarmi, ma non è una vita comoda la nostra, per quanto non la cambierei con nessuna altra al mondo.
Giulia sta studiando per me nuovi tutori bionici per le gambe, che mi renderanno più forte e veloce persino del mio fidato braccio destro, Ippolito Braccioforte.
“Farai salti più alti di un palazzo a due piani!!”
Ho visto Ippolito saltare. Direi che il suo record è un solo piano, quindi Giulia sta davvero puntando al meglio per me, ed è normale, è la mia migliore amica. Senza di lei Happy Turtle non avrebbe alcun senso.
Poi ci fu quella volta in cui il foglietto dell’anno risultò illeggibile, non so come, ma si era bagnato! Il pennarello lo aveva macchiato tutto di una macchia scura e incomprensibile, che man mano stava continuando ad espandersi.
“Non può essere!” Fece Giulia.
“Non era mai successo prima al tuo scanner spazio-temporale.” Risposi io.
“Deve esserci una spiegazione…” intervenne Ippolito, un po’ incredulo.
“Sono il capitano, tocca a me comprendere…”
Presi il foglietto e lo osservai mentre la macchia si espandeva… e poi, all’improvviso, capii.
“Ma è chiaro, sto guardando il Big Bang!! La nascita del mondo! Dobbiamo andare nella preistoria!”
“Ma chi ci sarà da salvare nella preistoria?” Mi chiese Ippolito, curioso.
“Scopriamolo!” Giulia scartò con un’espressione avida il foglietto del nome.
“Aaron!”
“Bene. E adesso il luogo. Ippolito?”
Ippolito, onorato, svelò il contenuto dell’ultimo foglietto.
“Nairobi.”
“Ok. Devo fare un po’ di calcoli. Dobbiamo considerare la deriva dei continenti.”
“Come sei intelligente Jack, ehm… capitano Jack!” Mi fece estasiato Ippolito.
“Ok, allora domani si parte!!” Gridò Giulia, mentre Anthony le faceva da eco. Anthony adora Giulia.
“Sono proprio felice che la mia divisa sia stata lavata e stesa! Dovremmo chiedere a Rose se potesse prepararcene delle altre di ricambio!”
Il giorno dopo Giulia infilò il suo casco, allacciammo le cinture e ci predisponemmo al lungo viaggio.
Non avevamo mai viaggiato così a lungo nel tempo, ero un po’ preoccupato, ma mi fido di Giulia, e lei mi aveva assicurato che Happy Turtle ce l’avrebbe fatta.
E come al solito aveva ragione. In fondo non è per caso la meccanica più tosta della Galassia.
Quando atterrammo nell’antica Nairobi ci colpì la ricchezza della vegetazione. C’erano felci alte come Baobab, limoni grandi come cocomeri, ma le più sorprendenti erano le zucchine, che avrebbero potuto rimpiazzare gli obelischi egiziani! E proprio come gli antichi egizi che spostavano grandi massi per costruire le piramidi, noi coinvolgemmo tutto l’equipaggio per portare a bordo alcuni esemplari, che avrebbero arricchito la splendida serra di Alice.
E le sorprese per Alice non finirono qui…
La spedizione era composta da una decina di noi, con il compito di perlustrare la zona.
Il terreno sconnesso non era adatto a me. Percorrerlo con le stampelle non era fattibile. Questo è il principale motivo per cui ho scelto Ippolito come mio vice. Lui è molto cambiato. Un tempo era un bullo, ma ora è il nostro gigante buono, e in circostanze come queste non esita a prendermi sulle sue spalle, perché, mi dice sempre “non si può proprio rinunciare alla tua presenza, Jack.”
Prima di Happy Turtle non avrei scommesso un centesimo sulla nostra amicizia, e invece, ormai siamo inseparabili!
Mentre pensavo ad Happy Turtle come alla nave dell’amicizia, un rumore inquietante e fortissimo ci pietrificò.
Il boato fu davvero terrificante, ma io cercai di non farmi impressionare e prontamente presi la ricetrasmittente per chiamare la nave. Giulia era in ascolto e mi rispose subito.
“Dimmi capo!”
“Chiamami subito Mark!”
Mark Soundcheck è il nostro esperto di suoni. È ipovedente, per questo ha sviluppato un udito tipo quello di Daredevil. Praticamente grazie ai suoni riesce a vedere!
Conosce anche tutti i versi degli animali di tutte le epoche dei mondi a noi conosciuti.
“Sono in ascolto capo. Vi ricevo forte e chiaro!”
“E allora ascolta questo!” Gli faccio.
“Rooooooaaaaaarrrrr!!!!”
“Scappate capo!!! Quello è un t-rex!!!!” Ci fece Mark trafelato. Ma poi aggiunse “un momento, avverto un secondo verso!! … sembra un, sembra un… sì, è un cucciolo di brontosauro spaventatissimo, e… e non riesce a correre. Sembra sbilanciato. Posso giurarci, ha un arto atrofico.”
Incredibile, Mark aveva capito tutto questo da semplici suoni. Una cosa era certa, avevamo bisogno di un piano.
“Giulia, è ora di testare il teletrasporto.”
“No, è troppo rischioso.”
“Non possiamo lasciarlo così!” Dico.
“Sono con te, capo!” Mi disse prontamente Ippolito.
Il piano era semplice, Ippolito con un salto mi avrebbe posizionato su un albero altissimo, ed io da lì avrei urlato per attrarre l’attenzione del T- rex, che così avrebbe mollato il piccolo di brontosauro, Ippolito con pochi salti gli si sarebbe avvicinato, e salito sul dorso, poi avrebbe acceso il teletrasporto, così da tornare a bordo, insieme al nuovo ospite. Poi, sarebbe tornato a recuperarmi.
Passarono i minuti più lunghi della mia vita. Quando vidi Ippolito materializzarsi sul ramo vicino al mio tirai un sospiro di sollievo.
“Ce l’abbiamo fatta.”
“Come sempre” mi fece. E poi aggiunse. “Sai una cosa, quel brontosauro… sembra proprio un cagnolino, dovremmo tenerlo con noi.”
Solo una cosa non mi sconfifferava: non avevano ancora incontrato nessun Aaron.
La sera portammo il cucciolo a nutrirsi nella serra di Alice. Fu amore a prima vista.
“Oh, ma che tesoro, ti va di restare con me? Ti va??”
Il cucciolo rispose con una bella leccata, che la fece ridere felice.
“Ok, ok, credo sia un sì… potresti farmi da guida, indicarmi gli ostacoli qui su Happy Turtle, mmm sì! Penso proprio che ti chiamerò Aaron!”