I trei frè sono quegli scogli che chiudono la Baia del Silenzio, proprio sulla punta di Portobello quasi fossero i guardiani di quello splendido luogo.
Avrete intuito che il significato di questa parola è i tre fratelli, nome azzeccato per queste rocce che sono attaccate l’una all’altra in perfetta armonia.
Armonia con la quale crescevano i tre bambini che dalle finestre delle loro camere vedevano laggiù in fondo alla spiaggia e al mare quei famosi trei frè, dietro ad essi solo l’orizzonte.
I loro genitori avevano calcolato bene le nascite dei figli: uno ogni quattro anni.
La prima una bambina, Elisa, poi il maschietto Antonio ed infine la piccin.na.
Con questo ritmo e tempo tra l’uno e l’altra, ognuno aveva ricevuto le sue coccole, non c’erano state gelosie tra di loro.
Sarà stato Dio ad esaudire le preghiere della loro mamma, sarà stata la sua dolce ma ferma educazione,, sarà stata la magia dei trei frè , non si sa, però quei bambini crebbero felici come lei aveva tanto desiderato.
Avevano tanti amici che ritrovavano sulla strada, sulla spiaggia e d’estate in mare.
Le sfide erano tante e variavano a seconda dei partecipanti: il pampano, nascondino. guardia e ladri, indiani e cow boys, palla prigioniera, pallavolo, calcio, gare di biglie su piste costruite con la sabbia.
Non c’era che l’imbarazzo della scelta e i tre fratelli si divertivano moltissimo e si aiutavano tra di loro.
Erano complici anche per difendersi dalle sgridate dei genitori se combinavano qualche guaio o dovevano mantenere un segreto.
Diventati adulti ognuno prese la sua strada, si fece la propria famiglia, la propria vita.
Ora sono tre “vecchietti” ma Elisa è sempre materna, Antonio un grande musicista e la piccin-na è tornata ad essere ancora più piccin-na e bisognosa dell’aiuto dei fratelli più grandi.
Si ritrovano, a volte, davanti alla loro vecchia casa e guardano laggiù i Trei Frè sempre uniti e saldi come sono loro.