“Amore, ci pensi tu a sistemare il bucato, che è asciutto?”
Anita non può fare a meno di tornare con il
pensiero al solito mistero, quello che si alimenta lavatrice dopo lavatrice, inesorabile.
C’è persino un calzino destro, rosa con pon pon, di sua figlia treenne, che ora ne ha nove, quasi dieci.
Anita si dice che prima o poi dovranno uscire fuori, no, questi esuli compagni? Solo che i calzini spaiati aumentano ed è un evento rarissimo un ricongiugimento.
Quanta emozione però ogni volta! Molto più frequente invece, a paritá di lunghezza e spessore, che si tentino con i sopravvissuti nuovi fantasiosi abbinamenti. Ci sta dopotutto, no? Però resta quell’inspiegabile, annoso, mistero. Deve esserci una spiegazione, deve! C’è da impazzirci su!
In effetti, c’è da dirlo, il miscuglio di differenti fenotipi, si sa, rinforza la specie… Ecco! Che sia uno scherzo dell’evoluzione questo smarrimento? L’evoluzione in formato “lingerie”. Anita sorride, perché in effetti anche perecchi suoi slip e reggiseni… insomma la sua biancheria è in genere un vero disast… ehm molto originale. Inevitabile ricordare sua nonna Adelina che si raccomanda “Oi ‘Nita, bella della nonna, sta sistemata bene bene sotto eh!? Ché se finisci in ospedale poi… che figuuura…”
“Tié! Nonna ma se finisco in ospedale è quello
Il problema? Sul serio?”
Ma poi, inutile a dirlo, ogni volta che ha un calzino giallo a pois e uno rosso a righe, un po’ di più sta attenta a non inciampare, mastica con attenzione, attraversa la strada con molta più cautela…
Ora Anita fantastica un po’ sul fatto che molti calzini destri si saranno innamorati dei calzini sinistri, nonostante tutto, nonostante tanta diversitá. Proprio come è successo a lei e al suo Luca. Eh sì – anzi! – Si sono trovati vicendevolmente affascinanti, esotici, alternativi, delle vere rock star in certi casi. Quindi tutto ok se non fosse che… resta, resta quel fottuto mistero.
“Dove vanno? Dove finiscono i calzini, dove?” Anita si ritrova a dire con voce alta e tono esasperato.
Dall’altra parte della casa c’é Luca. Lui, solerte e in silenzio, con le cuffiette alle orecchie che riproducono i Pantera (usa le cuffiette per una attenzione verso Anita, che non riesce proprio a tollerare le urla di Phil Anselmo), si appresta a sistemare il bucato come richiestogli dal suo amore e individua, immancabilmente, i primi calzini solitari, che in un battibaleno finiscono nella cesta dei calzini spaiati, a tempo “indeterminato”, oserebbe prospettare con una certa noncuranza, salvo poi immaginare di recuperarli per Anita, visto l’abitutine che ha di recente di abbinare calzini come capita. Come è originale la sua Anita! Dicevo, Luca valuta, in effetti per circa un microsecondo, di recuperare i calzini spaiati e mostrarli ad Anita… ma poi distratto dalle urla di Phil Anselmo, semplicemente non lo fa.
Direte voi: potrebbe farlo da sola Anita, di scegliersi i calzini. Che poi, ripensandoci, non lo fa giá?
Ehm, no. Perché si tratta di un’altra cesta, che lui, Luca, fiero per cotanto ingegno, un giorno ha promosso a raccoglitore di calzini spaiati, tenendo però l’informazione per sé e stando pure ben attento, ogni volta, a togliere di mezzo la cesta, che Luca proprio odia quando resta roba in giro alla rinfusa: la cesta dei calzini spaiati di Luca, ogni volta, viene celata perfettamente nello spazio adibito a lavanderia. Così bene che nessuno potrebbe trovarla se non sapesse della sua esistenza.
La promozione della cesta a microcosmo dei calzini spaiati è avvenuta circa sei anni prima, quando la bimba di Luca e Anita era appena treenne. Un calzino destro, il primo arrivato, si è presto auto-investito del titolo di imperatore di questo mondo, che sotto la sua guida prolifica armonioso e indisturbato. Si tratta di un piccolo calzino rosa, con pon pon, facilmente collocabile nel tempo, visto che è appartenuto ad una treenne ora decenne. Un essere pacifico, che sarebbe anche pronto a testimoniare ogni avvenimento del suo amato universo… in caso dell’improbabile rinvenimento della preziosa refurtiva che tedia da anni le notti di Anita.