L’ho visto venir giù dal sesto piano, col suo strumento stretto al petto.
Armonioso, nonostante la stazza.
Sembrava si godesse il paesaggio mentre precipitava, no… non è esatto dire che stesse precipitando perché veniva giù tranquillo, un po’ in frenata, cercando di acquistare tempo sulla discesa per poter con più agio guardarsi attorno: contemplare e nel contempo schivare l’inciampo delle corde da bucato, per non rimanerne impigliato.
Per non esser trattenuto.
A livello della mia finestra i nostri sguardi si sono incrociati.
Ha strizzato un’occhio e mi ha sorriso.
Qualcuno da basso ha cominciato a gridare.
Una stonatura, quell’acuto.
Non s’era accorto della presenza di un pubblico.
E non lo voleva.
L’isteria dei fans, non era mai riuscito a comprenderla.