ANTARES

Oh Grande Spirito,

la cui voce ascolto nel vento,

il cui respiro dà vita a tutte le cose.

Ascoltami; io ho bisogno

della tua forza e della tua saggezza,

lasciami camminare nella bellezza,

e fa che i miei occhi sempre guardino

il rosso e purpureo tramonto.

Fa che le mie mani rispettino la natura

in ogni sua forma e che le mie orecchie

rapidamente ascoltino la tua voce.

Fa che sia saggio e che possa capire

le cose che hai pensato per il mio popolo.

Aiutami a rimanere calmo e forte

di fronte a tutti quelli

che verranno contro di me.

Lasciami imparare le lezioni

che hai nascosto in ogni foglia

ed in ogni roccia.

Aiutami a trovare azioni

e pensieri puri per

poter aiutare gli altri.

Aiutami a trovare la compassione

senza la opprimente

contemplazione di me stesso.

Io cerco la forza,

non per essere più grande del mio fratello,

ma per combattere

il mio più grande nemico: Me stesso.

Fammi sempre essere pronto

a venire da te con mani pulite

e sguardo alto.

Così quando la vita appassisce,

come appassisce il tramonto,

il mio spirito possa

venire a te senza vergogna”.

 

Bisonte che Cammina

(1871 – 1967)

Mi parlate, mi vedete, mi sentite. Dalla Terra.

Vi parlo, vi sento, vi vedo. Dall’oltretomba.

Ero l’occhio rosso dell’ego, l’occhio rosso della forza che lotta e non si arrende, della fiera creatura che si suicida pur di non arrendersi.

Ero l’astro più splendente dello Scorpione, il più grande. Potrei contenere il vostro Sole insieme ai vostri Mercurio, Venere, Marte e Terra lambendo persino l’orbita di Giove. Mi mettevate in paragone e in opposizione a Marte pur essendo Marte un singolo granello di sabbia in confronto all’intero vostro Sahara quale io ero. Campaste cent’anni non vi basterebbero mille vite per conoscere un astro della mia grandezza. Grande, splendente, fiero e pacifico. Per voi occidentali Ares, il Dio della guerra, era rappresentato da Marte ed io ero l’anti-Marte, ero l’anti-guerra, ero l’anti-Ares.

Ero Antares.

Brillante, fiero, nobile, potente e forte ma, aleggiando e comandando sopra di me lo Spirito, ero umile, niente affatto esaltato e tanto meno onnipotente.

Sì, vi dico che ero.

Guardatemi in questo istante e vedete come splendevo sei secoli fa; questo è il tempo del cammino di quel mio splendore prima di giungere ai vostri occhi. Ero Antares, ero una supergigante rossa ma vi dico che oramai sono collassato esplodendo in una supernova ed espellendo nello spazio galattico gran parte della mia materia. La mia massa residua si trova ora nel piccolo oltretomba di una stella di neutroni e, catturando un po’ di altra materia, collasserò presto in un buco nero. Dello splendore di Antares che voi vedete ora e che vedrete ancora per secoli, non mi è rimasto più nulla. In realtà io ora per voi sono soltanto ombra, rumore, fantasma, miraggio, eco, vacuità, vapore, spettro, penombra.

Sono malombra, sono oltretomba.

Sono, apparizione. Esatto! Sono apparizione, proiezione, luce.

Sono la trasmissione in differita di una stella supergigante rossa e vedrete lo spettacolo della mia morte soltanto tra 526 anni, nell’agosto del 2545. Ora di Antares non mi è rimasto più nulla; son diventato ben altro. Sono esploso il sei agosto del 1945, lo stesso giorno in cui voi avete distrutto Hiroshima. Quando esplosi generai per giorni immensi lampi ma voi quei lampi li vedrete soltanto nell’agosto del 2545. Lo spettacolo è già in viaggio verso di voi. Vedrete un immenso lampo iniziale e per giorni vedrete altri lampi e tanta altra luce che nasconderà il resto dello Scorpione. Poi la luce si attenuerà gradualmente, scomparirà in un paio di anni e quando vedrete nuovamente lo Scorpione vi accorgerete della mia assenza. Lo Scorpione avrà perso il suo occhio rosso e solo allora capirete che in realtà già da secoli non avevate più il vostro Antares da opporre a Marte.

Brillante, fiero, nobile, potente e forte ma, obbediente allo Spirito, umile e mortale.

Provai a capire come mai ma capii solo che non c’era un perché. Capii solo che c’era il mistero dello Spirito. C’era e c’è lo Spirito che tutto permea, tutto crea, tutto amministra, tutto regola, tutto stabilisce e tutto destina.

Lo Spirito mi tolse la forza di supergigante rossa. Scalpitai, borbottai, sputai zolfo, carbonio, ossigeno. Tossii rame, oro, plutonio, uranio, argento, ferro, piombo e fuoco dal mio polmone nucleare ansimante. Non ci fu nulla da fare. Il mio destino era compiuto.

Infanzia, gioventù, maturità vecchiaia. Primavera, estate, autunno, inverno. Tutto era oramai per me compiuto. Giunse la mia ultima ora. Esplosi e scoppiettai per qualche giorno in un ribollente inferno finale diventando altro, chiudendo in eterno la mia storia di Antares e lasciando Marte da sola.

Avvenne quando voi umani metteste a ferro e fuoco Hiroshima e Nagasaki innescando con quelle immani tragedie la vostra infame era nucleare. Fu allora che lo Spirito si indignò e disse: “Tolgo agli uomini Antares, tolgo a Marte il suo controllore, mando agli uomini la maledizione di molte più guerre nei secoli a venire, fino a che non vedranno lo Scorpione impolverato e senza più il suo occhio rosso. Poi verificherò cosa altro correggere”.

Tremate!

Perché io ero Antares, ero la vostra coperta, il vostro scudo per qualche scampolo di pace, uno dei vostri manti, una vostra ricchezza.

In Mesopotamia dissero che ero l’occhio rosso di colui che punge. Lì da voi mi conobbero i sumeri, gli assiri, gli inca, gli egiziani, i greci, i persiani, i romani, i maya, gli aztechi. Mi conobbero le civiltà.

Ora sono scomparso dalla Via Lattea affinché non abbiano a conoscermi le vostre odierne e infami inciviltà fatte di troppi popoli che offendono la natura divorandola e avvelenandola, infami civiltà fatte di popoli armati fino ai denti che litigano e si scannano tra loro al puro scopo di arricchirsi affamando i più deboli e indifesi. Adorate pure beati il vostro Ares su Marte quando ci arriverete. Questo è quello che ora lo Spirito vuole. Vuole che vi scanniate tra di voi visto che mi ha cancellato dall’universo e non posso più oppormi a Marte.

Lo Spirito è cattivo?

No. Lo Spirito è giusto ma indignato.

Lo Spirito sa quali sono le culture che tra di voi vinceranno. Lo Spirito farà scannare tra di loro gli egoisti, i naviganti su corazzate d’acciaio, gli armati fino ai denti con testate nucleari, gli armati di cannoni e veleni, i trincerati dietro muri di ferro e cemento, gli intenti a proteggere i loro tesori mentre fuori c’è chi soffre pene infernali, i nascosti nelle loro metropoli di laterizi e piombo e nei loro grattacieli di cristallo e d’oro per non contaminarsi con le miserie e le brutture del mondo. Lo Spirito selezionerà per la vittoria le civiltà oppresse dagli egoisti, le civiltà che ancora residuano confinate nei deserti, nelle riserve, sulle colline e nelle praterie non ancora invase da autostrade e grattacieli.

Lo Spirito salverà chi ancora ascolta il vento, chi ancora cerca la forza della saggezza per camminare nella bellezza, chi è ancora capace di guardare il rosso purpureo del tramonto, chi ancora ascolta e rispetta la natura, chi prende lezioni dalle foglie e dalle rocce, chi trova la purezza per aiutare gli altri, chi cerca la forza per combattere i suoi mali e chi infine si presenta, al compiersi del suo destino, senza vergogna, con le mani pulite e lo sguardo alto. Lo Spirito salverà chi prega come pregò Bisonte che Cammina.

Parola di chi abitava nello Scorpione, teneva a bada Marte e la guerra, era amore ed era Antares.