Percorrere il nostro quotidiano cammino così, attraversando strade, sentieri, ponti… Funambolicamente, mantenendo l’equilibrio e le distanze…
Che sia questa, la via, per vivere la vita senza farsi coinvolgere eccessivamente e visceralmente da sentimenti, luoghi, persone?
Restare equilibrati e distanziati, pur partecipi alle proprie ed alle altrui vicende?
Osservare con sottile distacco e sorriso sornione le vicissitudini dell’esistenza, accettando stoicamente le sue ineluttabilità?
O è invece meglio essere più sanguigni e passionali? Lasciarsi anche travolgere dagli tsunami della vita, facendosi precipitare dalle stelle alle stalle, toccare il fondo, per infine – prima o poi – risorgere e risalire gli antichi percorsi a ritroso (errori compresi) e imperterriti proseguire sulla strada della sempre e comunque totale condivisione
– fisica, mentale e affettiva – per riuscire a “dare un senso” a questo nostro umano peregrinare?
Io non possiedo risposte.
Io non cerco risposte.
Io non voglio risposte.

Io vivo.
Punto.