Si ,Giulio quell’asinaccio svogliato ed indisciplinato che stava nel banco dietro al suo. Ma che cavolo voleva? Sempre lì a tirarle le trecce, a pungolarla con la penna e a chiamarla. Accidenti, non se la finiva mai e pure quella sciroccata della maestra che non se ne accorgeva… Però per fortuna tra poco sarebbe finita la scuola elementare! E allora ciao, ciao, Giulio!

Giulio per strada con la bici che faceva il cretino andando a zig zag fingendo di andarle addosso per poi ridere del suo spavento . E se giocava a pallone, stai pur certo che la prendeva di mira . Dio, quante pallonate aveva preso!Ma tu, brutto cretino e spaccone, non mi devi scocciare, non vedi forse che io sono invece sempre così composta ed educata? Sempre a me devi venire a rompere le scatole?” pensava.

Poi, Giulio col motorino che accelerava a mille e faceva l’impennata con gli amici per vedere chi era il più bravo. Giulio che parlava forte quando la vedeva e si gonfiava come un pavone per il fatto che lui aveva già tre peli di barba, la voce più cupa degli altri. E la portava in giro perché le femmine sono tutte mosce e non sanno fare nulla di tutto ciò, pensano solo alla moda, loro.

E Giulio che passa e ripassa sotto la sua finestra…ma non ha proprio niente da fare?

Giulio …anche lui alla festa di chiusura dell’anno scolastico. Ma non frequentava la scuola per geometri? Che ci è venuto a fare alla festa del Liceo? È proprio un pomodoro, invadente, dispettoso. Dio, quanto mi è antipatico! Speriamo proprio che non mi veda.

Ecco Giulio…che la prende per mano e la invita a ballare. E, con gran stupore, le sue gambe lo seguono, gli insulti che aveva per anni meditato di gettargli addosso le restano strozzati in gola. Il cuore, invece, le inizia a battere forte in una strana e dolce vertigine.

Ed eccoli ora lì sulla panchina quarant’anni dopo.

Lui la tiene teneramente per mano perché nessun vento possa portargliela via.

(Foto dal web)