Capitolo secondo

Passavano gli anni con gli alti e i bassi di tutte le famiglie: Marisa si era diplomata maestra giovanissima, cominciava a lavorare, a uscire con le amiche e i primi ragazzi.
Nino, non più Ninetto, studiava da ragioniere; continuava a suonare la fisarmonica e con degli amici aveva fondato un gruppo “Los Gringos” che si esibiva alle sagre nei paesini intorno a Sestri.
Wendy e Caterina ormai ragazzine cominciarono ad avere le prime amicizie femminili.
All’inizio si sentivano un po’ spaesate ma poi il rapporto con le amiche diventò sempre più piacevole ed intenso.
Erano differenti come carattere, ambizioni, interessi ma “l’amicizia assorbe le diversità” e tra loro si stabilì un affetto che durò tutta la vita.
Condividevano i primi amori, i primi viaggi, i primi dolori.
Wendy e Caterina seguirono le orme del fratello e si iscrissero a Ragioneria perché era una scuola che forniva un diploma con maggiori possibilità di lavoro.
Lo fecero a malincuore perché avrebbero frequentato volentieri il liceo linguistico ma questo era solo a Genova ed era molto costoso.
Wendy e Caterina erano vere esterofile: amavano particolarmente tutto ciò che arrivava dalla Francia e dagli Stati Uniti
Leggendo i libri su Maigret si innamorarono di Parigi, leggendo “Un albero cresce a Brooklyn” si innamorarono di New York.
E poi c’erano i film della Nouvelle Vague francese e le commedie americane così dette sofisticate.

Vivendo poi in un paese turistico, avevano la fortuna di conoscere diversi ragazzi stranieri che venivano al campeggio dove lavorava Marisa.
Ci furono anche delle brevi storie platoniche che continuavano per via epistolare in una lingua mista fra italiano, francese, inglese e tedesco.

Arrivò poi il giorno del diploma: ora bisognava trovare un lavoro. Le possibilità non erano molte e nell’attesa di qualcosa di meglio Wendy e Caterina andarono a lavorare in un negozio dove si vendevano TV, giradischi, valvole, transistor e sculture in avorio che il padre di Giorgio, il proprietario, importava dall’Africa.
Oltre a tenere un po’ di contabilità, dovevano spolverare tutta quella roba ( cosa che odiavano) e soprattutto venderla.
In questo erano proprio negate e anche Giorgio lo era: infatti il negozio fallì in un anno.
Prima di andare a lavorare Wendy e Caterina facevano una lunga corsa su una collina chiamata Mandrella.
La prima parte del percorso era una creuza in salita fiancheggiata da un muro e da campi terrazzati coltivati a ulivi.
Era faticosa la salita ma loro erano allenate e ne valeva la pena:all’improvviso si arrivava a uno spiazzo da dove si vedeva il mare, la penisola di Sestri e tutto il golfo del Tigullio fino a Portofino.
Qualche minuto per bearsi di questa meraviglia e poi giù, a rotta di collo, al lavoro.
Un altro loro divertimento era giocare a tennis con la cara amica Ornella: erano autodidatte e quindi molto scarse.
Però c’era la “pallina magica” e per cinque minuti giocavano come campionesse e loro erano felici.
A casa intanto Marisa si era innamorata di un ragazzo fiorentino che era venuto a Sestri al mare.
Era vero amore: si scrivevano, si davano appuntamenti telefonici al posto pubblico e si incontravano a metà strada sobbarcandosi lunghi viaggi in treno.
Nino, lavorava, suonava e si era comprato un banjo.
Aveva insegnato qualche accordo a Wendy e Caterina, così loro, accompagnandosi con il giro di Do e il giro di Sol, cantavano semplici canzoni di Paoli, Gaber, Peppino di Capri.
Quella che preferivano era “Tous les garçons” nelle due versioni: la francese di Françoise Hardy e l’italiana di Catherine Spaak.
Quell’anno fu importante anche perché Wendy e Caterina conobbero Giuseppe, un amico di Giorgio.
Andava sempre nel suo negozio perché si era preso una cotta per quella ragazza bionda, capelli lunghi, occhi verdi e un bel sedere, diceva lui.

Era un po’ snob, del tipo intellettuale tormentato, studiava Medicina e apparteneva alla “Sestri bene”; non era bello ma interessante , sapeva corteggiare e raccontava le cose in un modo che affascinò subito Caterina.
Wendy era un po’ più scettica perché a lui non piaceva ballare il Twist e il Rock and Roll, fare passeggiate (le faceva solo quando andava in montagna), andare al mare, pescare
Però le portava ai concerti di musica classica, di jazz e al teatro.
Inoltre aveva fondato con altri amici un Cineclub: una sera alla settimana veniva proiettato un film “impegnato” e poi c’era la discussione con un critico famoso.
Erano tutte cose interessanti e Wendy mise da parte i suoi dubbi e fu amore.
Ci furono nuove amicizie,soprattutto compagni di università e le loro ragazze, nuove abitudini.

Nel frattempo Wendy e Caterina avevano trovato lavoro a Genova: in porto erano state assunte come centraliniste-segretarie e ammuffivano da sole in un ufficio circondate da impiegati, camalli e marinai.
Il direttore, un tipo ansioso, per paura che qualcuno le importunasse, voleva che si chiudessero dentro a chiave.
Il lavoro era noioso ma guadagnavano bene; il viaggio in treno era bello: costeggiavano un pezzo di Liguria molto panoramico, facevano amicizia con gli altri pendolari o potevano leggere.
Anche se arrivavano a casa verso le otto di sera, uscivano con le amiche o con Giuseppe perchè erano piene di energia e di voglia di vivere.

Nel ’66 ci fu il matrimonio di Marisa e Tullio, il fiorentino.
Lo celebrarono nella chiesa romanica di San Nicolò, tutta addobbata di margherite.
Fu una bella cerimonia ma nei Nicolini c’era un po’ di tristezza perchè Marisa sarebbe andata lontana, a Firenze.
Però quella era la sua vita e la sua felicità.

continua…..