Trottolina non faceva altro che girare,
ruotava, correva e sapeva sempre dove andare.
Un giorno a guardar le foglie rosse del giardino,
le tornò in mente la storia del Popolo Bambino.
Gliel’aveva raccontata una sera il suo nonnino stanco
spiegandole che c’era andato piccolo col suo compagno di banco.
In quel paese, da sempre, poteva entrare chicchessia
era tutta lì la sua meravigliosa magia:
nell’accoglienza pensata per ogni singolo bambino
dal più grande e burbero al più dolce e piccino.
Trottolina aveva tanti amici ma uno era speciale
Lo chiamavano Picchio per un “difetto ideale”
quando si metteva in testa di fare qualcosa
la faceva e basta, senza pensare se fosse stramba o difficoltosa.
Voleva accompagnare Trottolina dal Popolo Bambino,
glielo disse guardandola fissa con lo sguardo corvino.
Trovarono quel posto misterioso alla fine di un sogno:
non c’erano adulti a programmare problemi
ma c’era un piccolo sindaco ad ascoltare ogni bisogno
un bambino con tante soluzioni per tutti i teoremi.
Non c’erano famiglie perché non c’erano adulti
ma squadre di amici con cui condividere tutti i tumulti.
Perché essere bambini non è sempre facile
hai un problema, un’emozione, un sentimento inspiegabile.
Ed è complicato spiegarsi e cercare una soluzione
sarebbe più semplice piangere e costituirsi come “eccezione”
Ma i piccoli sono tutte eccezioni a conferma di una regola universale
che non è scritta nei libri, nelle strade, nelle differenze di lingua o nelle lacrime.
L’unica regola che conferma che per essere felice devi essere speciale
perché c’è un solo respiro di vita e noi siamo tutte anime.