Angel Devil era soddisfatto.
I monitor sulla scrivania erano accesi e tutto funzionava alla perfezione. Certo, la vecchia sfera di cristallo era molto più chic, ma aveva il difetto di poter visualizzare un canale alla volta. Così, mentre seguiva i suoi affari e controllava la vita giù in paese poteva guardare anche le finali del torneo di Quidditch. Veramente forte quel maghetto, come si chiamava? Fotter, Votter… qualcosa del genere: prometteva veramente bene.
Gliel’aveva detto a quella scritrice inglese, che a scrivere le sue storie avrebbe avuto un bel successo. Anche lui ci stava guadagnando alla grande, visto che si era premunito imponendo il prelievo di una parte – una sostanziosa parte – dei diritti d’autore, ma dopo la fregatura che aveva preso con quel fiorentino – come si chiamava? Ah, già, Alighieri – aveva imparato a stare ben attento. Sì, perché l’aveva portato a fare un giro nel giardino di casa, come si dice, l’Inferno, e quello ci aveva scritto la sua Commedia, per giunta l’aveva chiamata Divina e non aveva sganciato un fiorino.
D’altra parte, come fidarsi di uno che scrive ‘”Tanto gentile e tanto onesta pare/la donna mia quand’ella altrui saluta…” e poi va a sputtanarla nelle bettole insieme al suo amico Cecco, raccontando a tutti che “l’è una maiala, ma una maiala, ma una maiala…” e via dicendo.
Bah, vivendo d’impara, tutto è relativo eccetera eccetera.
Si ricordava ancora di quando aveva assistito alla disputa tra due saggi a proposito del Bene e del Male:
«Quello che conta maggiormente è l’azione, non il pensiero», sosteneva uno, «se io voglio schiacciare una formica ma poi non lo faccio, il mio karma non si macchierà».
«No», ribatteva l’altro, «la chiave è il pensiero cosciente: se io schiaccio inavvertitamente una formica, che colpa ne ho?».
Il dibattito era interessante e veramente profondo, ad esserne coinvolte erano le migliori menti dell’epoca, più o meno tremila anni fa. Lui era un giovane mago, non aveva ancora trecento anni, ma ricordava che avrebbe voluto intervenire proponendo di sentire l’opinione della formica… Non l’aveva fatto perché già allora sapeva che inserirsi nei diverbi religiosi era pericoloso, specialmente se erano tra seguaci della non violenza.
Stava divagando. Vedeva le sue streghette darsi da fare ed era contento. Certo, ogni tanto doveva toccargli il tempo, altrimenti avrebbero finito per stare sempre in cerchio a raccontarsi quella dell’uva, ma erano tanto giovani!
La più anziana non doveva ancora aver passato di molto i centotrenta anni, e forse la più giovane non ne aveva neanche ottanta…
L’ultima pensata che avevano avuto era stata veramente carina: trasformare gli uomini del paese in maiali. Non che la metamorfosi di per sé fosse una novità, lui stesso aveva decine di ispettori della luce trasformati in scoiattoli perché indagavano sui suoi allacciamenti abusivi alla rete pubblica. Da quando poi la Società aveva cominciato ad assumerli con contratti a termine non si dava neanche più la pena di cercarli. Perché trasformarli proprio in scoiattoli? Semplice: gli scoiattoli gli piacevano, con quelle lunghe morbide code.
No, la mossa geniale era stato di farlo con il consenso delle donne: una di loro si lamentava che il marito la picchiava? ZAC, eccolo diventato un maiale! Un altro tradiva la moglie? ZAC anche per lui. Un terzo beveva? ZAC! Un quarto andava alla partita, non l’accompagnava a fare la spesa o semplicemente era diventato pantofolaio e si lasciava andare? ZAC, ZAC e poi ZAC!
Il risultato qual’era stato? Il paese si era svuotato di uomini e riempito di maiali, così dai paesi vicini, una volta saputo che c’era un gran numero di donne sole, erano affluiti una miriade di uomini. ZAC, ZAC e ancora ZAC.
Tutto andava alla perfezione, la sua industria macinava maiali e utili senza interruzione, grande idea pensare di stabilirsi lì: San Daniele del Friuli era la sua seconda casa!