Mi è capitato proprio l’altra sera, e giuro che ero sobrio… beh, quasi, giusto un paio di spritz e una vodka ghiacciata, di quella polacca che sa di mou, avete presente?
Me ne stavo lì bello tranquillo a prendere un po’ di sole sul mio terrazzo quando sento il telefono suonare.
Guardo il cellulare ma non poteva essere lui, ha una bella musichetta come suoneria, mentre questo era proprio un driiin driiin prima maniera.
Il telefono fisso? Ma se aveva i fili staccati! Quelli dell’azienda si erano arrabbiati perché mi sono dimenticato di pagare qualche bolletta l’anno scorso e…
Comunque, incuriosito, ho risposto: sai mai che avessero cambiato idea o che magari le chiamate pubblicitarie arrivassero anche senza fili.
Invece della solita signorina albanese o rumena che voleva propormi un nuovo abbonamento, come ho tirato su ho sentito una voce profonda, con un forte accento arabo:

«Ciao Angelo» mi ha detto.
Naturalmente sono stato preso alla sprovvista: come faceva a conoscere il mio nome? Così ho fatto un salto sulla sdraio e ho rovesciato sul costume il bicchiere dove avevo whisky e ghiaccio.
“Dio santo!» ho esclamato.
“Grazie», ha risposto lui.
Capirete bene che a questo punto ho avuto un attimo di smarrimento: o qualcuno davvero bravo stava facendomi uno scherzo (ma il filo penzolante del telefono non deponeva a favore di questa prima ipotesi) o dovevo aver combinato qualcosa di veramente grave, per giustificare un intervento così… dall’alto. Oppure…
Il mio interlocutore, chissà come, intuì quello che stavo pensando.

«No, tranquillo», mi rassicurò «la tua ora non è ancora arrivata. Sto solo facendo un giro pubblicitario, se così si può dire, per parlare con quelli che ancora sanno ascoltarmi».
«Io ti ascolto volentieri, Signore» dissi «ma perché proprio io che sono, ehm, che ero fino a poco fa, ateo, mentre in giro c’è una miriade di persone che giurano e spergiurano di essere portatori della Tua Parola e della Tua Volontà?».
«Mi piace come metti le maiuscole. Il problema è proprio quello: tanta gente che dice di essere i miei emissari – gente di ogni religione: cristiani, musulmani, ebrei, induisti – e nessuno che mi abbia mai ascoltato. Ora dimmi tu: se nessuno ha mai sentito la mia voce, cosa possono andare a predicare?».
«Ehm, cose sbagliate?» azzardai prudentemente.
«Cazzate!» mi corresse lui, anzi, Lui, con veemenza «cazzate gigantesche, stratosferiche, cose fuori dal mondo! Punitevi, siate sottomessi, non fate l’amore, prendetevela per tutta la vita metaforicamente in quel posto, e poi per voi ci sarà il Paradiso, con gli angeli o con 99 vergini, come se io mi fossi messo a fare l’albergatore o il magnaccia! E no: come uno muore, zac!, un bel colpo di spugna alla memoria e poi di nuovo giù, altro giro e altro regalo, cosa si credono?»
Non sapevo cosa dire e rimasi in silenzio.
«Va beh» riprese «scusa lo sfogo, ma soltanto quelli come te stanno ad ascoltarmi: gli altri si tappano le orecchie o gridano al demonio. Cosa devo farci? Incenerirli tutti? Ogni tanto lo faccio, ma sai che noia? Allora, stammi bene e ricordati di ragionare sempre con il tuo cervello senza stare a credere a quelli che ti dicono di avere fede: il cervello ve l’ho dato apposta,ogni tanto cercate di usarlo!».

Come era cominciata, la telefonata cessò. Mi trovai come uno stupido con il telefono staccato e muto in mano, senza sapere cosa fare. Precipitarmi in chiesa? Pentirmi dei miei peccati? Ma no, proprio Lui mi aveva detto di lasciar perdere tutte quelle stupidate e pensare con la mia testa.
Che fare?
Nel dubbio mi versai un altro whisky con ghiaccio