Odette amava ballare ma le gravose condizioni economiche dei suoi genitori non potevano permetterle l’iscrizione ad una seria scuola privata di danza classica, la sua più grande passione. Era riuscita a convincere sua madre ad acquistare alcune riviste dove vi erano illustrate figure di danzatrici e spiegazioni di passi di danza. Seguendo il suo istinto davanti allo specchio della piccola cameretta sulle punte e mezze punte dei suoi piedini si esibiva per un pubblico immaginario, et voilà: plié, arabesque, relève, tournout, volé… Sapeva che era solamente un bellissimo sogno, ma Odette sperava che un giorno il suo desiderio di diventare una étoiles della danza classica diventasse realtà. Oh si,con un po di fortuna avrebbe potuto esibirsi proprio all ‘Opéra Garnier de Paris. Ad occhi chiusi si vedeva dietro le quinte del teatro tremante e nervosa, vestita nel tutù di tulle bianco, i capelli raccolti in uno chignon, con le mani incrociate sarebbe esplosa in un liberatorio ” merde merde merde” un rito di buon augurio prima di entrare in scena… Ed eccola apparire sul palco, aggraziata, librarsi, lieve, leggera in un turbinio di movimenti armoniosi. A fine esibizione dopo un grazioso inchino a braccia aperte, poi richiuse come ad accogliere tutti i presenti in un abbraccio, il pubblico in uno scroscio di applausi si sarebbe alzato in piedi e gli applausi sarebbero scivolati su Odette come piccole lacrime luminose; e lei avrebbe sentito in ogni applauso un battito d’amore, l’amore del mondo che l’accarezzava, un ovazione di puro amore unicamente per lei.