«Occorrono oculatezza, intelligenza e lungimiranza per essere un buon re», sentenziò una volta Sua Fumosità re Toscanello II ed infatti intelligenza dimostrò nell’incentivare l’industria mentre la sua lungimiranza difettò, come avrete a conoscere.

Ebbene, i due regni adiacenti, cioè Piselliland e Faseoliland, così idilliacamente ed esclusivamente agresti, avevano un gran bisogno di attrezzi ed oggetti vari da utilizzare nelle coltivazioni e nella quotidianità.

Scarpe, stoffe, pale, contenitori, attrezzi agricoli, pentole, piombi per gonne… dovevano essere infatti importati e qualcuno gliele doveva pur fornire, pensò argutamente Sua Fumosità il re.

Il suo regno, piccolo in verità e situato in una vallata incassata tra monti, era anch’esso una verde distesa ma stavolta esclusivamente di piantagioni di Nicotiana Tabacum ed il suo nome era Smokeland.

In quell’enfisemico regno tutti, da zero anni in poi, avevano diritto a quattro pacchetti gratis di sigarette al dì oppure a due di sigari.

Era infatti ordine perentorio del re incentivare la produzione per far girare l’economia. Quindi, nuvolette e nuvolotte di fumo erano ovunque, dalle culle agli ospizi.

Colpi di tosse ed ansimi sibilanti erano la prevalente forma di comunicazione mentre nel frattempo si mandava avanti l’industria dei manufatti da esportare.

L’aria era pesantemente ammorbata da formaldeide, idrocarburi, benzene, cadmio, cromo, ossido di etilene… ma tanto, pensava il re, tutti si erano ormai assuefatti per cui decise di passare alla fase successiva in nome del Dio Denaro: costruire ovunque fabbriche a carbone per produrre i sopracitati beni.

Il paesaggio verdeggiante ed ordinato dalle coltivazioni venne piano, piano ricoperto non più solo da nuvolette di fumo ma da una fittissima coltre scura ed appiccicosa che s’infilava ogni dove stazionando sempre più tetra su tutte le cose e senza che un alito di vento la spazzasse via a causa della morfologia del territorio incassato tra i monti. Così, per decreto reale, il nome del regno fu mutato in un più significativo Smogland.

Inutile dirvi che il colorito dell’incarnato degli abitanti passò velocemente dal grigiastro al marrone e che non si finiva di stendere il bucato senza che esso diventasse subito nero ed appiccicoso.

Le donne, che come si sa spesso riescono a volgere in qualcosa di positivo anche la cosa peggiore, si adattarono presto a tale mutata realtà adottando, ad esempio, acconciature di stile settecentesco in cui al posto di lacche o gel, utilizzavano un ottimo fissatore a base di catrame.

E che dire poi della seguitissima influencer Scura Catragni che arrivò sul red carpet di un festival internazionale completamente nuda, spalmata di catrame da capo a piedi e con sole quattro foglie di tabacco graziosamente poste sulle zone clou.

Grande successo aveva poi tra gli Smoghiani la band hard rock ‘Broncoenfisem’ lungamente al top delle classifiche col brano “ Agr-agr-fiufiuuu” durante l’esecuzione del quale il loro leader si sparava 5 cc di bitume in vena tra il delirio del pubblico che urlava « no to blood, yes to tar (no al sangue, si al catrame).»

Nell’ambito classico, invece, era notissima l’aria ‘sigaro sigaro’ dal ‘Tabaccaio di Siviglia’, tanto che era stata addirittura scelta come inno nazionale. Ma i motivi di suonarlo si stavano facendo sempre più rari perché il popolo aveva iniziato a mostrare evidenti problemi di salute.

Infatti il catrame sulla pelle veniva assorbito dall’organismo ed aveva un grande effetto anoressizzante per cui gli Smoghiani, non avendo più senso di fame, saltavano spesso i pasti e deperivano.

Si verificò, perciò, un vertiginoso calo demografico tanto che la popolazione durante il regno di re Cubano VI, nipote di Toscanello II, era oramai ridotta ad un quarto.

Fu proprio in quel periodo che avvenne l’evento catastrofico finale.

Accadde che in seguito ad un terremoto, parte della cinta montuosa crollò e flussi impetuosi ed aromatici di aria proveniente da Faseoliland si riversarono per quelle valli. L’eccesso di ossigeno fu uno choc devastante per i loro polmoni.

Morirono tutti asfissiati per eccesso di aria (quasi) pulita.

Ma tutto ciò che vi ho raccontato accadde decenni fa e chi si è avventurato in quel mondo appiccicoso e incatramato, racconta che su quella landa desolata adesso risplende il sole ma vi volteggiano e gracchiano i corvi.

Ed il canto di codesti pennuti abitanti sembra dire “ Cra – cre -cra- cre- cre-cre- cretini!”.

 

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