E’ esattamente come stare per annegare ma avere meno paura dell’acqua nella gola e nel naso perchè si è in due e ci si tiene per mano. Poi un’onda alta dieci metri circa. Verrebbe da scappare ma resti perché quello è il patto. Più forti del muro d’acqua solo se uniti. E invece il muro d’acqua stai per sfondarlo solo tu e non sai come ne uscirai e mancherà l’ossigeno e le narici saranno tappate e l’aria non potrà entrare da nessuna parte. Ti giri, chiedi aiuto con gli occhi sbarrati, la mano è sparita, il patto è sciolto, sei rimasto lì da solo, qualche bolla attorno, sempre meno bolle attorno. In lontananza riappare un aiuto, gridi e l’urlo rimbomba ma ormai il patto è sciolto e tu non lo sapevi e la tua sofferenza è divenuta muta. Lontano anni luce dalla costa sei stato lasciato lì senza sapere se galleggerai o a peso morto scenderai giù a mille metri, nel buio. A chi sente il tuo SOS non interessa più. E io ora non so cosa farai amico mio, giuro. Non so cosa farai perché io sono qui che scrivo e tu sei lì che anneghi e non ci sono barche o aerei o soccorsi. Tu non hai più voce e l’acqua ti arriva al collo. Muovi le gambe senza neppure più coordinarle e quelle ultime spinte ti tengono ancora la testa fuori dall’acqua ma lo sai che sei stanco, io lo so, ti vedo e ti sento ma io sono dall’altra parte dello schermo amico mio e non so come tenderti la mano. Dimmi in quale mare ti trovi e proverò a salvarti, dimmi quale buio sta per ingoiarti e proverò a fare luce, dimmi di quali squali hai paura e proverò ad ucciderli. Io sto scrivendo di te, tu stai prendendo vita e la stai anche perdendo. Non posso fare nulla amico mio, perdonami se puoi. Non avresti dovuto affrontare quel muro da solo, sei stato tradito, lo so, non avresti dovuto perdere quella mano che stringevi forte. Non è stata colpa tua. Tu l’hai tenuta fino alla fine, ti ho visto. Ne sono testimone. Amico mio non vedo quasi più i tuoi occhi, i tuoi muscoli sono sfiniti, stanno cedendo non riesci più a muoverli con lo stesso vigore, stai andando a fondo. Sta iniziando a piovere e io non capisco più se sul viso hai acqua o lacrime. Lecca quelle lacrime, succhia il sale e prendi energia: prova a risalire, amico. Hai ancora il sale. Il tuo sale, quello delle tue lacrime. Piangi, piangi più che puoi. Fa che le lacrime arrivino alle labbra e succhiale. Attingi da te stesso, puoi farcela amico mio. Attingi da te stesso. Resto qui dall’altra parte dello schermo, scrivo di te e fino a quando scriverò tu non potrai morire. Si, sfoga tutta la solitudine di quest’abbandono e bevi queste dannate lacrime, bevile tutte. Il loro sale ti darà forza, lo vedo, guarda, il livello dell’acqua è poco sotto i tuoi occhi, sei salito di qualche centimetro forse, le gambe hanno ritrovato una spinta, il sale ha fatto effetto, le lacrime sono servite. Muovi quelle gambe, dai ti prego, muovile. Rimani su, inizia a muovere le braccia. Ormai il livello dell’acqua è al petto, lo vedi? Respiri, stai respirando col naso e con la bocca. Non sei destinato agli abissi ma io non potrò stare qui per molto, ti prego, aiutami anche tu, prova a nuotare non so verso dove ma prendi la prima direzione che decide il tuo cuore, fallo. Inizia. Succhia quelle benedette lacrime, nutriti di te. Datti forza. Sale. Toglilo con un dito dagli occhi e metti il dito in bocca. Fa che produca saliva salata e continua ad ingoiare. Le lacrime ti stanno salvando, lo vedo. Lo vedi? C’è una luce amico mio. Non dire di no. Io la vedo, c’è una luce amico mio, posso salutarti ed essere sicuro che ce la farai. Ora posso lasciarti. No, non urlare, non avere più paura. C’è una luce, ti dico, ma hai la vista annebbiata dal terrore e dal vuoto che senti. C’è una luce non sei lontano dalla costa, fidati di me, ti sto tenendo in vita, puoi fidarti. Continua dritto, non è una bugia, continua dritto, bracciata dopo bracciata, respira, muovi le gambe, lecca il tuo sale, passalo con la lingua sulle gengive, sui denti. Bevi la tua saliva. Ce la stai facendo, sei stremato, sei la più bella creatura che io abbia mai descritto. Non è più l’acqua a togliere il respiro a te ma la tua forza a toglierlo a me. Ti hanno visto, amico mio. Ti hanno visto. Stanno arrivando. Arrivano, Cristo Santo, arrivano. Sei salva, anima in fiamme. Tu sei salvo. Posso lasciarti, ora. Hai dato tutto. Basta lacrime. Hai dato troppo. Riposati, sei sopravvissuto alla tempesta, gli abissi non ti hanno avuto. Ora lascia che ti dica una cosa: ti ho creato perché ero io a non respirare più e tu mi hai ridato l’ossigeno, tu mi hai dimostrato che il sale delle tue lacrime, tua e solo tua risorsa, ti ha salvato. Tu ti sei salvato. Io e te non esistiamo, io e te siamo scrittore e personaggio. Tu hai mosso le mie dita, io ho mosso le tue gambe. Insieme, finalmente, a riva.
About The Author
valeriaki
Nata a Roma. Vive a Roma. Interprete e Traduttrice. Scrittrice per passione senza pretese, senza competenze standard. Solo e semplice fluire di sentimenti tradotti in parole. Scrive soprattutto per condividere, emozionarsi, divertirsi, liberarsi e tenere compagnia a chi si sente solo, nonostante sorrida.
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Nel contesto del progetto "Ospitiamo ad Alta Voce", vincitore del Bando Centro per il libro e la lettura 2022 per la sezione "Leggimi 0-6", dedicato alla lettura ad alta voce per bambini in fascia di età prescolare, Beatrice Presen, attrice, insegnante di Teatro di bambini presso Cantine Teatrali, lettrice e mamma, ci spiega quali tecniche possiamo utilizzare per leggere ad un bambino piccolo per mantenere viva la sua attenzione.
Un progetto di Writer Monkey in rete con Ricreazione cooperativa sociale, La Casa Delle Case OdV, WM Edizioni, Cantine Teatrali Lab, Comune Di Monterotondo , a cui nel tempo si sono aggiunte le collaborazioni di CREI (per le traduzioni in LIS) e DAE Formazione OdV, con cui abbiamo realizzato uno dei nostri libri dedicati ai piccoli, che ha per protagonista Berni il San Bernardo, il supereroe del Primo Soccorso.
Grazie all'impeccabile coordinamento della mitica maestra Fabiola Alessandrino siamo stati impegnati in decine e decine di #laboratoribambini di lettura ad alta voce, presso scuole, biblioteche, e soprattutto #casefamiglia , che sono il luogo privilegiato a cui abbiamo deciso di dedicare i nostri momenti di lettura, cura e creatività.
Non vorremo smettere, per questo abbiamo anche aperto una #raccoltafondi che trovate sul sito
ospitiamoadaltavoce.it/
insieme al racconto del nostro progetto e a risorse video per i più piccoli (a brevissimo troverete anche i primi 4 libri per bambini nati in seno a questo progetto, tradotti in Linguaggio dei Segni da CREI)
Sarebbe un bellissimo regalo di Natale per tanti bimbi che potrebbero continuare ad ascoltare le nostre storie.
Perché prima si comincia a leggere, meglio è!
#letturaadaltavoce #cepell
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Foto dal post di Andrea Gironda ... Vedi altroVedi meno
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