PROFONDA SOLITARIA IMMENSA SERA
Profonda, solitaria, immensa sera di nuovo anno.
Mi conduci verso altre lucenti estetiche stelle
in it sic fuggit cerco dentro di me il senso delle cose nel divenire.
Seguo le parole senza senso, io passo attraverso altri sentieri
ascoltando il vento che mi conduce verso questo ilare dire.
Et umana proficuo vivere, mi sazio dopo tanta fame di sapere
E mentre ingoio la mia screanzata esistenza;
Profonda sera io annego nella muta oscurità del mio tempo.
Annego in un lago d’inchiostro in questa effimera visione
et ingrata illusione che mi spinge a voltare pagina.
Dopo questa farsa io passo per distinte strade ,ingoiando l’odio dei padri
Mangio il dolore condito di tanti dire , frutto di vari intendimenti
In tante illusione , so che sono diventato un disperato caso clinico
Un disperato caso clinico, canto.
Visibile nel sonno del divin creato ,tutto scorre come fosse ieri
come fosse un momento utopico ,un certo trascendere il poco conoscere
l’ingnat fiut in alchemiche questioni.
Muovo i miei passi sul selciato, cercando di catturare
l’ombra di un amore passato.
Una passione che avanza con la mia canzone
Sorda cieca meschina canzone.
Senza gambe ,senza questa forza che distrugge ogni sentire
distrugge ogni vago immaginare.
Reclinando nel dolore mi siedo sotto una croce
dentro questa questione illogica che mi trascina a lavoro
Recitando il mio dolce ritornello.
Salgo sulle montagne già dal fulmin rotte,
Vago lungo le terre che l’uomo ha seminato;
Giungo sulle cime del sapere ove ogni amore rinasce ribelle nella sua purità.
Nell’ eccellenza cresco ,scendo, raschio ,risuscito
in forme espressive vulgare ,muoio nel mio orgoglio.
L’angina ,agghindata a festa preme il suo coltello sul petto del poeta
Il dolore dell’atto ,partorisce il dolore del domani
Il dolore delle ore che passano nelle ore cantando i caduti sul fronte ucraino.
Le prossime imprese ,il prossimo passaggio verso una truce verità
Scena che deplora il dispotismo , la crudele logica della guerra.
Tutto esplode, in mille scintille
La sera profonda , esplode nel mio letto
Nel mio dormire ai piedi di un cielo sorvolato da tanti aerei.
Disteso sotto i casti lumi nell’ombre interrotte;
Sotto un cielo vasto, stellato;
Nelle lucide forme belligeranti ,legate al mite fato,
Trascinandomi nell’inconoscibile ,vado ,verso i sopravvissuti.
lo vedo la realtà divenire un doloroso amore .
Una forma lirica ,attorcigliata tra i lampioni della città ferita
Macerie. Tante case distrutte in questo canto dei cannoni.
Scritte Unilimit
Arrangiandomi
Accettando la mia condizione di uomo qualunque
Accettando il peso della storia
Il peso dell’essere
Il peso dell’essere se stessi
Autobiografiche, arcanamente, adottate
Le mie aspirazioni ,avvezze nel mio intermezzo
Ritornano in mezzo alla sanità
In mezzo alla gente , giro, giro il mio film
Assaporo un caffè nel decrescere ,cresco
Nell’ andare verso la sera profonda
Oltre quello che avevo creduto, ho sognato.
E sono andato spavaldo ,verso la grande piazza a cantare altre storie.
Il mio sprezzante verso , spazzatura .
Che si mischia ad altre espressioni linguistiche
Versi che s’accedono al lume della luna
s’accendono alla luna che solinga avvolge la terra
Ed è dolce sognare , dentro un altra pagina di storia
Scrivo la mia vita
Scrivo la tua vita
Ascolto il tuo canto
Ed ordino il presente secondo il mio pensiero
Oltre , sarò luna, e tu che i sereni e freddi argenti
Antica peregrina per i mesti, vasti universi
Ai lieti villani ,dispensi indifferenti propositi
M’accompagni nella sera profonda ,
Calda e femminile , ignuda ,ella siede nel mio animo afflitto.
Che misteri, che orrori, dite, son questi?
Chi sono io , appartengo alla , povera razza dei viventi?…
Ma tu, sera bruna quïete, immobile resti.
Ed io mi cingo di tante immagini e mi distendo
su un letto di versi scritti in fretta.
Ed aspetto la sera passi per essere
di nuovo come tanto tempo fa un giovane che amò la sua terra.
Amò il canto dei fiumi , riascoltando il canto del soldato che passò
di sponda in sponda , attraverso eroiche avventure.