Vieni come pioggia tra i pampini,
fammi assaporare la tua uva nascosta tra i tralci,
sii mosto selvatico nel mentre,
bagno le labbra di rosso rubino,
sii il fermento del nettare che tingendosi in te,
ubriaca le mie arterie,
sii la flessibile e dolce spiga dorata dal sole
che nella pioggia sottile di una sera di giugno,
schiude il frutto fragrante fatto dei semi del desiderio,
sii la coppa che dai bordi,
fai tracimare stille di umori inebrianti,
sii l’estasi che brucia i covoni di paglia, nel bruciante piacere,
sii il silenzio che ha gridato, sussurrato, gemuto mentre mi fondevo in te.