Scrivo nel nome di Kynthía,
nell’apparente, appartenenza alla luna,
in questo mio assedio alle mura,
difese da un fossato.
Essere tra la chioma e la bocca,
nello sguardo di giallo papavero,
sulle labbra vermiglie,
tra le mani che s’immergono dentro le sorgive.
Il nome tutto vortica,
gira la terra,
i papaveri sempre volti al sole,
s’alza la luna che coglie i brividi caldi della terra.