“A Dori manca quell’extrasistole che spezza il fiato quando dopo essere finalmente riuscita ad ingoiare l’amaro della #solitudine, come un tozzo troppo grosso di pane secco, ecco che lui chiama e la #gola graffiata dalla crosta rafferma diventa il luogo prediletto del foulard di #seta.”

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“Oggi Miroy ha capito di essersi fermata un secondo prima dell’errore e timidamente sorride sollevata tra sé e sé sebbene, a guardarla all’ingiù, quel #sorriso diventa smorfia malinconica e stanca.”

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“Tanta era la paura di sbagliare ancora che Lumira aveva iniziato a limitare i movimenti ed i pensieri tanto da avvicinarsi all’immobilità assoluta, come statua di sale.
Ma chi avrebbe baciato un sapore così pungente? Chi avrebbe osato abbracciare un corpo pronto a sbriciolarsi? E così, mettendo le manette alla sua anima, non aveva solo imprigionato sé stessa ma aveva condannato il fato al silenzio in gabbia su vicoli ciechi nell’inverno più freddo.

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“Taric si domandava esterrefatto come fosse possibile barcollare pericolosamente ad ogni pugnalata quando già ne aveva collezionate cento. Non avrebbe ormai dovuto conoscere quel dolore? Non dovrebbe avere avuto tutti gli anticorpi necessari? No. Perché Taric aveva il brutto difetto di ricominciare sempre daccapo e di lanciarsi sempre con estrema fiducia noncurante del passato sinistro. Gran bel pregio!
Non per questo mondo. Ecco perché ciclicamente il tormento tornava cogliendolo impreparato come chi da  vergine lo vive per la prima volta. Che sciocco che era. Un disadattato sprovveduto o forse l’unico essere perdutamente umano rimasto al mondo.”

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Cammino a passo svelto, assorta come sempre, musica nelle cuffiette e occhiali da sole anche se piove. Come un camion a cento all’ora, trovandomi assolutamente impreparata, mi viene addosso da dietro un tipo grosso e anonimo che mi fa sbandare e cadere le borse a terra. Se ne accorge ma non si ferma, non chiede scusa, non mi aiuta in alcun modo. Mi guarda velocemente e prosegue. Mi chino a raccogliere le mie cose. Si avvicina un vecchietto che mi fa:
“Signorina sta bene?”
“Si, grazie. Tutto a posto”
“La aiuto a raccogliere le cose”
“Ma no, si figuri, ce la faccio. Gentilissimo”

E mi congeda così:

“Vede, Signorina, il mondo è come un mare in tempesta e gli stronzi riescono comunque sempre a galleggiare. Buona giornata, non se la prenda.”

Saggezza.

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Entro in casa.
Mamma in cucina, la sua playlist di musica italiana leggera che va sul cellulare collegato a due mini casse ed il forno acceso. Odore di cibo buono.
Papà in camera di là che dipinge. Mani sporche di colori e sguardo concentrato.-Tieni il pranzo per oggi.-
-Grazie mamma.-

-Sei la più bella donna del mondo.-
-Grazie papi.-Ora chiedetemi se sono felice.