Nel vecchio teatro, mai restaurato, un palco di vecchie assi, arredamento inesistente, dove si alternano attori di poca fama, seguiti da un pubblico scarso e rumoroso, l’attore sta interpretando una scena altamente drammatica. Il protagonista, le mani nei capelli, gli occhi lucidi, guarda la moglie e il figlio uscire di scena per abbandonarlo per sempre. Barcollando sulle assi di legno, l’attore scoppia a piangere mentre pronuncia con voce rotta piccole frasi sconnesse…

“Nooo… vi prego, non andate… non lasciatemi, morirò, mi ucciderò, Oh Dio ti prego… fa che tornino!”

Grosse lacrime escono dai suoi occhi, il pubblico è ammutolito, neppure un piccolo colpo di tosse si sente in platea. Qualcuno mormora: “Ma piange davvero”.
“Shhhh!” intima un altro spettatore, altri sussurrano invettive contro la donna crudele che ha abbandonato questo pover’uomo, portandogli via l’unico figlio.
Intanto l’attore continua a recitare accasciato sul pavimento:

“E’ vero, non sono stato un bravo marito e neppure un bravo padre, ma non sono cattivo, perchè punirmi così, non ho più nessuno al mondo!”

Le donne del pubblico hanno tutte il fazzoletto in mano, si asciugano gli occhi, si soffiano il naso. Gli uomini invece, per mostrare forza di carattere, mandano giù il magone e simulano indifferenza, ma hanno gli occhi lucidi.
Il consunto sipario di velluto rosso si chiude sull’uomo affranto e accasciato su se stesso. Uno scroscio di applausi e grida di “Bravo! Bravo!” fanno sì che il sipario venga riaperto diverse volte, l’attore fa grandi inchini al suo pubblico,un sorriso appena accennato, come se davvero avesse sofferto. Ora il sipario si chiude definitivamente, il pubblico esce lentamente dal teatro, parlano dell’attore, di quanto sia stato bravo, che senz’altro avrà grossi dispiaceri nella vita:
“Avete visto? Piangeva davvero, non fingeva… chissà forse è davvero solo al mondo”.

Nel suo camerino, un bugigattolo in verità, l’attore si strucca e guardandosi soddisfatto allo specchio canticchia:

“Io sono un istrione, e la teatralità scorre dentro di me”.