E’ giunta ieri una singolare lettera all’Ufficio Ambiente del Comune di Vallercia.

Eccovela:

“ Illustre Assessore, mi chiamo Tiglio De Alberis e vivo in fondo a Via Del Mercato.

Desidero presentare le mie lagnanze per come la comunità umana mi costringe a vivere.

Sono un cittadino tranquillo, un albero rispettoso del viver civile e richiedo, al massimo, una seduta annuale a vostre spese dal parrucchiere per aggiustare la mia chioma.

Ho visto i miei nove fratelli qui accanto sparire uno alla volta, senza colpa alcuna, abbattuti da energumeni privi di ogni riguardo e delicatezza. Una volta perché occorreva creare spazio per il parcheggio, un’altra volta per consentire l’ingresso ad un nuovo garage, altre volte perché morenti a causa dei veleni che avete scaricati a terra. Ed ora che sono rimasto il solo a fare ombra ed umanizzare questo ammasso di ferro e cemento che mi circonda, qui relegato nell’angolo in fondo, lamento i seguenti fatti a cui chiedo venga posta fine col vostro tempestivo intervento:

a)La signora Luisa del civico 32 ha fatto di me l’aggancio per la corda del bucato ridicolizzandomi con l’esposizione dei suoi reggiseni taglia ottava e dei suoi maxi mutandoni multicolor a pois.

b)molti adolescenti della via e non, in fregole amorose, hanno inciso dolorosamente sulla mia corteccia cuori e cuoricini d’amore eterno che poi statisticamente ha la durata di giorni 20,

c) Dick , Poldo, Jack…persino Buz il bassotto che non so come faccia ad alzare la zampa, mi hanno eletto loro orinatoio ufficiale.

d) reco inoltre ancora attaccati addosso, con chiodi irriguardosi e colle varie, alcuni volantini con foto raffiguranti persone o animali scomparsi( ma io giuro che non li ho visti) o coppie di prossimi sposi . Ne ho pure uno che recita “ Lada De Core, il 5° reggimento alpini ti ringrazia”

e) avendo accanto un cassonetto dell’indifferenziata spesso stracolmo, vengo utilizzato per appoggiare immondizia maleodorante che attrae nottetempo blatte e topi vari i quali si arrampicano poi su di me senza chiedermi alcun permesso.

Pertanto reclamo il rispetto della mia dignità di albero corretto servitore della comunità e chiedo che immediatamente venga posta fine a questa situazione ormai intollerabile impedendo in qualsiasi modo le sopracitate vessazioni o, in extrema ratio, consentendomi di raggiungere in modo rapido ed indolore i miei fratelli nella verdeggiante valle dell’Aldilà lasciandovi così padroni unici ed incoscienti di questa landa desolata.

Foto reperita nel web