Il terzo personaggio storico è un mio concittadino e per questo sono informata di pettegolezzi che girano su di lui tra i vicoli di Genova.
CRISTOFORO COLOMBO
Cristoforo era un bambino, figlio di poveri commercianti, costretto a viaggiare per vari paesi europei dove il padre si recava in cerca di lavoro
Cresceva incontrando persone che parlavano lingue varie, che avevano usanze diverse, non aveva mai una residenza stabile.
Chi lo chiamava Cristobàl, chi gli diceva che era nato a Genova, chi in Spagna, chi gli insegnava la religione cattolica, chi l’ebraismo.
Tutto ciò provocò in lui un disordine mentale che si portò dietro tutta la vita.
Stava diventando un bel ragazzo, sapeva fare giochi di prestigio soprattutto con le uova , imparò a navigare e diventò grande all’ombra del fratello che si era sistemato in Portogallo .dove lavorava come cartografo.
Vedendo tutte quelle carte geografiche e con la sua passione per il mare decise di dedicarsi alla navigazione
Bartolomeo, il fratello, era un po’ preoccupato , anche sulle carte Cristoforo confondeva Est con Ovest, Nord con Sud, i nomi degli oceani e dei Paesi lontani.
Però si rassegnò a lasciarlo andare sperando che non si mettesse nei guai, ormai era un adulto e aveva diritto di vivere la sua vita.
Cristoforo girò per un certo periodo nei vari paesi europei finchè arrivò in Spagna dove c’era un certo subbuglio tra le varie famiglie al governo; in più gli Arabi occupavano il Sud del paese dilettandosi a costruire palazzi stupendi.
Arrivò a Madrid dove Isabella di Castiglia aveva fatto un matrimonio di convenienza con un suo cugino Ferdinando dopo aver rifiutato alcune proposte che non le avrebbero dato quel potere che lei desiderava.
Infatti, morto il re, loro furono proclamati sovrani di Spagna e riconosciuti come Maestà Cattoliche addirittura dal Papa.
Con la scusa del Cattolicesimo, Isabella cominciò a cacciare dalla Spagna tutti quelli che non accettavano il suo potere: arabi, ebrei, portoghesi ecc. ecc.
Tutto ciò lo faceva non con spirito cristiano, ma con l’unico mezzo possibile che era la guerra: per fare la guerra ci volevano tanti quattrini e Isabella cercava di procurarseli in tutti i modi.
Aveva sentito parlare di un tizio che aveva nuove idee per raggiungere le Indie dove si trovavano ricchezze di ogni genere.
E così Cristoforo fu convocato a Corte: fra i due fu amore a prima vista!
Lei era una bella donna, per di più una regina, lui era un tipo molto elegante, viso irregolare ma interessante, idee stravaganti ma che sapeva esporre con molto fascino.
Con la scusa di imbastire nuovi progetti, i due cominciarono a frequentarsi, dovevano essere molto cauti, non tanto per il marito al quale non importava molto della moglie, quanto per il Papa che non avrebbe mai accettato un adulterio da Isabella nominata addirittura La Cattolica.
La vita amorosa dei due diventava sempre più piena di insidie, paure e anche qualche scrupolo.
A Corte si cominciava a mormorare e allora i due decisero che sarebbe stato meglio separarsi per un po’.
Trovarono un sistema che avrebbe soddisfatto entrambi: la voglia di navigare di lui e il bisogno di fondi da destinare alla guerra per lei.
La Regina convinse con facilità il marito e procurò a Cristoforo tre caravelle che chiamarono la Nina , nomignolo che lui dava a lei nell’intimità, la Pinta che rappresentava la loro passione e la Santa Maria, preghiera che recitavano per chiedere perdono dei loro peccati.
Con le lacrime agli occhi i due si lasciarono, promisero di rivedersi presto anche perché Cristoforo aveva deciso di arrivare in India
Lei credeva ciecamente nel suo innamorato e così le tre caravelle partirono al comando dell’Ammiraglio Cristoforo..
Il viaggio fu molto più lungo di quello che lui aveva immaginato, i marinai erano preoccupati e stufi di stare in alto mare per tanto tempo.
Cristoforo imbrogliava sui tempi con il suo equipaggio ma anche lui era un po’ in pensiero e inoltre aveva una grande nostalgia di Isabella alla quale scriveva lunghe lettere che poi distruggeva regolarmente.
Finalmente, un giorno, all’orizzonte si intravide una massa scura: erano le Indie, disse l’Ammiraglio tutto orgoglioso e felice di essere riuscito nel suo intento.
Gli spagnoli sbarcarono a terra accolti da persone festanti, cordiali e curiose nei confronti dei nuovi arrivati.
Cristoforo era un po’ perplesso: questi indiani erano molto diversi da quelli descritti nei libri e nei racconti di chi in India c’era già stato.
Completamente nudi, nessuna traccia di palazzi sontuosi, oro, pietre preziose.
Le cose cominciarono a precipitare: la Santa Maria naufragò contro la barriera corallina e Cristoforo interpretò questo avvenimento come castigo della Madonna per la sua relazione con Isabella.
Era ora di tornare e, non sapendo cosa portare alla sua amata, Cristoforo caricò sulla Nina un po’ di strane verdure e frutta che non aveva mai visto e una decina di bei ragazzi del posto che Isabella avrebbe potuto convertire e far diventare preti.
Il viaggio di ritorno fu triste e ancora di più lo fu l’incontro tra i due innamorati: Cristoforo confuso e dispiaciuto del misero bottino da offrire alla sua bella, lei delusa e preoccupata perché marito e corte erano infuriati.
Si ammalò dal dolore e morì. Ferdinando ne approfittò per vendicarsi di colui che lo aveva fatto cornuto, gli tolse tutte le cariche, i beni e lo cacciò. Cristoforo vagò per la Spagna, solo, povero, sconosciuto e in queste condizioni morì non si sa bene dove.
La confusione aveva regnato sovrana nella sua vita dalla nascita alla morte.