Quell’anno Babbo Natale decise di fare un concorso : L’albero del cuore più bello.
Il premio sarebbe stato veramente speciale ma cosa fosse non lo volle rivelare, neppure alle sue renne.
Di solito erano i bambini a mandare lettere a lui ma quell’anno decise di fare il contrario per avvisarli.
Ma come fare? I bambini erano così tanti!
Ah, non si perse d’animo. Scrisse una lettera ai giornali e ai telegiornali e fece dei post su tutti i social.
Alla fine tutti i bimbi lo avevano saputo e volevano comperare e addobbare un abete e farlo bellissimo e vincere la gara.
A scuola, nella classe di Rosario detto Sasà tutti i suoi compagni raccontavano i preparativi.
Ermezio De Soldonis, ricco e vanitoso come Paperon De’ Paperoni, disse: «Il mio papino ha mandato l’autista ed il giardiniere in montagna per scegliere l’abete più bello! Se non lo trovano lo cercheranno pure in Canada»
Invece Furio Della Scossa, nervoso e agitato come sempre, disse: «Il mio babbo invece, per le luci sta raccogliendo tutti i fulmini del cielo».
Anche Gioia Cristalli, acida come un limone, disse la sua: «Non avete di meglio, voi? La mia mamma ha comperato tanti addobbi di cristallo luminosissimi e brillanti. E tu Sasà lo fai l’albero? Partecipi? Ah lo so… voi siete poveri».
Sasà si sentì umiliato e triste. Come poteva chiedere l’albero se a casa i soldi bastavano appena per mangiare? Erano venuti ad abitare lì da molto lontano e mancavano a loro tante cose e poi…il babbo era restato senza lavoro…
Un giorno passando davanti al fioraio vide esposti tanti bellissimi abeti dai rami pieni di aghi e pronti per essere addobbati. Pensò tristemente sospirando: non abbiamo i soldi per comperarne uno e non ne abbiamo neanche per gli addobbi.
A testa bassa se ne stava andando via quando sentì una vocina: « Prendimi, portami con te!»
Si voltò e in un angolo vicino al cassonetto dell’organico vide un piccolo abete.
Era un po’ storto e spelacchiato, aveva un rametto rotto ed era di color verde appassito.
«Portami con te!» la voce insisteva.
Sasà si guardò intorno ma non c’era nessuno allora capì che era l’alberello che lo chiamava. Si avvicinò ad esso e lo accarezzò sugli aghetti avvizziti. Quel contatto gli diede una sensazione dolce e calda, tanto simile alla felicità.
Sasà sorrise, il negoziante si accorse di quella luce nei suoi occhi ed allora gli disse: «Prendilo pure, te lo regalo».
Così Sasà portò a casa quel brutto alberello deciso a farlo diventare più bello possibile.
Prese un vaso, lo ricoprì di carta stagnola e ve lo sistemò raddrizzandolo un po’.
Con dello scotch riattaccò il rametto che penzolava e poi su un cartone da pacchi disegnò tante stelle e le ritagliò dopo averle colorate con i pennarelli.
Con alcuni nastri vecchi della sorellina fece dei fiocchi. Dalla mamma con un gomitolo di lana gialla fece tagliare dei fili che pazientemente intrecciò e dispose qua e là.
Appese pure quattro caramelle che erano il suo tesoro che teneva nascosto per non farsele mangiare dalla golosissima sorella.
Infine sul puntale mise una coccarda gialla riciclata da un vecchio pacco.
Alla fine l’albero sembrava davvero più bello, più dritto e più verde.
Mi sembra bello ma sarà perché me lo sogno così, pensò Sasà.
Arrivò la notte di Natale e tutti i bambini andarono a letto pensando a Babbo Natale e sperando che il loro albero sarebbe stato premiato.
Anche Sasà nel letto pensava al suo albero che aveva raccolto ed addobbato con tanto amore.
Forse Babbo Natale e le renne scoppieranno a ridere quando lo vedranno, pensò e poi si addormentò.
Al mattino si svegliò sentendo delle voci allegre venire di là.
Erano la mamma ed il babbo che dicevano: «Ma è meraviglioso! Ieri non era così» .
Sasà si alzò veloce e corse di là.
Un magnifico abete, verde e rigoglioso aveva preso il posto del misero alberello e a posto della coccarda, in cima c’era un grande cuore d’oro scintillante, pieno di diamanti, rubini e smeraldi.
Ai piedi dell’albero, oltre che tanti doni per tutti, c’era un biglietto rosso con su scritto : per Sasà.
Lo apri e lesse: «Caro Sasà, bravo, bravo, bravo! Sei il vincitore del premio perché hai donato amore, fatto tutto il possibile ed usato tutti i tuoi mezzi per migliorare chi stava soffrendo abbandonato e solo. Per me il tuo è l’albero più bello perché non è importante quanto si dà ma quanto cuore si mette nel dare».

Coda alla storia:
Fu così che dalla vendita di quel cuore prezioso, la famiglia di Sasà ricavò il denaro per poter vivere dignitosamente finché il babbo trovò un nuovo lavoro.
Sasà studiò per diventare agronomo e adesso sta in montagna a far sì che tutti gli abeti stiano bene.