Questo racconto è dedicato a tutti gli uomini che amano le donne di amore vero.

La storia di Andres Rubio, cerusico, sperimentatore ed ipnotista

Tutto inizia il mattino che Andres Rubio, di professione cerusico, sperimentatore ed ipnotista, varca le mura del piccolo borgo di Caceres, preannunciato dal richiamo acuto di un sacabuche, soffiato dal suo assistente, un nano gibboso in equilibrio precario sul predellino traballante dello scalcinato carretto contadinesco sul quale, in cima alle casse imballate e alle cianfrusaglie più disparate, troneggia, legato ad una corda, un enorme fagiano.
Ogni volta che le ruote del malmesso carretto incontrano la disconnessione di un ciottolo, il sacabuche penosamente stona in un semitono bellicoso ed incoerente, mentre il piccolo suonatore pericolosamente sbilancia verso il suolo e Andres Rubio rallenta l’asino, che già di suo arranca affannato, badando che le ruote non fuoriescono dagli assi, e il fagiano, presagendo il pericolo ma impossibilitato dal legaccio a spiccare il volo, allerta i compagni di viaggio col suo grido acuto, intervallato e costante.
Richiamate dal trambusto s’affacciano le donne ai portoni, con la figliolanza attaccata alle gonne, tra loro finanche una col corsetto slacciato da cui fuoriesce una mammella, enorme e turgida, a cui il poppante adibito, incurante dello scandalo e del gran chiasso, continua ad abbeverarsi avido, con le labbra serrate sul capezzolo.
L’assembramento era composto in prevalenza da donne: il pubblico ideale di Andres Rubio.
Il cerusico astutamente sempre programmava la sua entrata in scena quando gli uomini adulti erano al lavoro, che di gran lunga preferiva rapportarsi con le donne, al sicuro dalle scazzottate e dalle canzonature che, in particolare durante i primi anni della sua attività, lo avevano più volte portato sul punto di chiuder bottega, perché a quei bovari e contadini da sempre vessati dai poteri superiori, non sembrava vero di potersi prendere, almeno una volta nella vita, una rivincita.
E senza guardare troppo per il sottile.
Conveniva, Andres Rubio, che il suo allestimento scenico fosse la causa principale delle canzonature, mentre le risse, invece, generavano soprattutto dall’ignoranza e dalla gelosia dei contadini, a cui invano aveva cercato di opporsi con modi cortesi e  prezzi modici.
Questo suo stile che indisponeva gli uomini piaceva, invece, enormemente alle donne che non si sottraevano all’acquisto, sia pur minimo, di una boccettina di un elisir miracoloso o di una pomata toccasana, fino ad indurre le più ardite a sottoporsi ad una seduta d’ipnosi, per ristabilire un equilibrio o recuperare un ricordo. O ritrovare un sogno.

 

Una piccola folla di donne e  bambini, sollecitata dalle note del sacabuche e dalle grida del fagiano, s’è quindi adunata intorno al carretto dal quale, con sorprendente agilità, il nano gibboso, che si chiama Galeno, spicca un salto acrobatico atterrando su una delle sue gobbe e scatenando l’allegria fanciullesca del pubblico. Tra qualche attimo ancora, Galeno, su ordine di Andres, salirà in cima alla piramide di casse per tirarne via quella richiesta, quella stessa sulla quale il fagiano si è placidamente accovacciato, e tra i due scoppierà una comica rissa con il pennuto che avrà la meglio, e che dopo aver maldestramente sfrattato il suo avversario, con beccate e colpi d’ala, s’impossesserà del suo sacabuche, e con la pretesa di poterlo suonare, darà vita ad una sconclusionata, quanto esilarante esibizione.
Coreografia minuziosamente studiata nei dettagli e mandata a memoria, cosicché tutto quel trambusto, all’apparenza casuale, è in realtà frutto di un lungo paziente lavoro d’addestramento, una sorta di tattica di marketing ante tempore per predisporre il pubblico al sorriso.

 

La vecchia donna aveva atteso che la folla diradasse e poi s’era parata, mani sui fianchi, davanti ad Andres intimandogli un secco, per favore seguitemi.
– Chi siete? E perchè dovrei seguirvi? –
– Chi sono non ha importanza ed il perché lo scoprirete presto –
– Mi spiace nonna ma non sono previste soste aggiuntive, sono diretto alla fiera di Siguenza e mi aspetta un lungo tragitto –
– Dovrete andarci da solo, allora, perché il vostro assistente rimarrà qui e non è detto che lo ritroviate al vostro ritorno –

Solo allora, seguendo lo sguardo della donna, Andres s’avvide del posto vuoto in cima alle casse e del sacabuche caduto a terra. E Galeno non si separava mai dal suo strumento.

– Se collaborerete non gli accadrà nulla di male –
– Non ho scelta, a quanto pare –
– C’è sempre una scelta e voi state facendo quella giusta –

La donna s’era seduta al suo fianco, anche lei a cassetta, limitando però la conversazione alle indicazioni attinenti al percorso.
– Proseguite dritto ancora per un piccolo tratto di strada, poi voltate a destra: vedrete un muro alto ed un cancello. Entrate, ci sarà qualcuno ad aspettarvi. Il mio compito termina qui –

Andres vide le mura, alte ed invalicabili, ma faticò a trovare il cancello, nascosto da una rigogliosa quanto selvaggia vegetazione, in stridente contrasto con le aiuole ordinate, e i cespugli  intagliati, del giardino visibile all’interno.
Ad attenderlo c’era una giovane donna vestita severamente di scuro.
Un corto lenzuolino, a mo di velo, le nascondeva i capelli.
Splendevano sul suo petto, legati allo stesso cordone, una croce ed un pugnale.