Capitolo Undicesimo e EPILOGO

Arrivò la primavera e la ‘DABLIUDI’ al completo tornò in California per riprendere gli allenamenti: cominciava la stagione delle corse in linea e loro erano stati invitati a partecipare. C’erano le migliori squadre soprattutto europee.
L’unica altra squadra degli USA era la BMC ed era una occasione ghiotta per mettersi in mostra e vincere qualche tappa.
Wendy aveva terminato con grande gioia il suo impegno con i Servizi Sociali, non poteva ancora lavorare e non l’avrebbe fatto comunque perché non si sentiva ancora pronta. Si dedicava invece con sempre maggior entusiasmo al suo romanzo: scriveva, rileggeva, correggeva, ricominciava da capo.
Non pensava che scrivere fosse così faticoso e coinvolgente!
Quello che faceva con il suo PC lo poteva fare ovunque e così se ne andò con Dave e un’altra decina di baldi giovanotti nella grande casa di Carmel.
La casa era stupenda come l’aveva descritta Dave.
Circondata da prati e da boschi a poca distanza dal mare, sufficientemente lontana dal centro che era popolata da moltissimi turisti.
Carmel by The Sea, così era il nome di quel posto splendido aveva avuto come sindaci anche personaggi famosi, Wendy ricordava Clint Eastwood.
Inoltre da lì partiva la 17 miles road, una strada panoramica che non vedeva l’ora di percorrere.
A poche miglia c’era Monterey, uno dei luoghi che aveva conosciuto attraverso i romanzi di Steinbeck e che voleva visitare.
Però l’avrebbe fatto con Dave e ora lui non aveva tempo libero perché gli allenamenti erano molto impegnativi: orari da caserma, mancava quasi un mese alla corsa e tutti dovevano dare il massimo.
Sveglia alle sette, abbondante colazione e poi via in bici: tre o quattro ore di pedalate, pranzo, un breve riposo e poi palestra, massaggi ecc.
E’ difficile immaginare quanto sia faticosa la vita di un atleta ma se è la passione che ti spinge tutto è gioia.
Per il ciclismo, ripeteva sempre Dave, ci vogliono gambe, testa e cuore.
Wendy cercava di dare una mano e si divertiva a cucinare i suoi piatti italiani che venivano divorati da quel branco di ragazzi affamati.
Durante il giorno faceva le sue corse e scopriva sentieri in mezzo ai prati dove nasceva ogni genere di fiore primaverile.
Quando correva sulle rocce lambite dall’oceano, incontrava foche, gabbiani, scoiattoli, una fauna eterogenea che non si spaventava al suo passaggio.
In quella contea c’era molto rispetto per gli animali e per le piante e i risultati si potevano constatare.
Certi giorni venivano i parenti o le ragazze dei componenti della ‘DABLIUDI’ e allora lei era ben contenta di fare da guida a queste persone che arrivavano da ogni parte degli USA ed erano incantati da quei paesaggi.
New York era così lontano e lei stava riacquistando la sua serenità e la sua sicurezza.
A maggio arrivarono i giorni fatidici della Corsa di California: partenza da San Diego e arrivo a Sacramento, il tutto in sei tappe.
La ‘DABLIUDI’ al completo era pronta, agguerrita con una gran voglia di combattere.
Il giorno prima dell’inizio della corsa partirono per San Diego con una quantità enorme di roba e formarono una lunga carovana: i corridori viaggiavano su un pullman attrezzato con un tapis roulant per muoversi ogni tanto, erano controllati dal massaggiatore e da Ted che si divertiva a star con loro.
Un tir trasportava le biciclette e varie auto al seguito tra le quali quella di Wendy e Dave.
Erano gli unici momenti che stavano insieme da soli, euforici per quella nuova avventura che potevano condividere e consci di rafforzare ancora di più il loro rapporto.
A San Diego c’era una gran confusione: tutti i mezzi di trasporto furono convogliati in una grande area e loro poterono raggiungere il loro albergo.
Tutti erano indaffaratissimi e così Wendy se ne andò a vedere il tramonto da quella spiaggia dove era stato girato quel divertente film di Billy Wilder, ‘A qualcuno piace caldo’.
Guardando il sole gettarsi nel Pacifico si ricordò di quella famosa frase con la quale termina il film: “Nessuno è perfetto”.
Le tornarono in mente i suoi problemi e se ne tornò in albergo.
Il mattino della prima tappa si alzarono presto, anche se la partenza era prevista per mezzogiorno.
Tante erano le cose da preparare, i ragazzi erano agitati e Dave con la sua calma olimpica e il suo carisma, li spronò e riuscì a dar loro la carica necessaria.
Tante erano le persone alla partenza: tifosi, giornalisti, troupe televisive.
Anche Dave fu intervistato dai mass media perché la ‘DABLIUDI’ suscitava curiosità per la giovane età dei corridori e perché era la prima corsa importante alla quale partecipava.
La prima tappa andò bene perché tre ragazzi su sei di quelli che partecipavano erano arrivati nel gruppo dei primi ed erano piazzati bene in classifica generale.
Alla sera grandi festeggiamenti in albergo, ma il culmine della gioia arrivò alla terza tappa quando il ragazzo che Dave aveva scelto per le sue capacità di scalatore staccò tutti e arrivò primo al traguardo che era piazzato in cima a una salita piuttosto ripida.
Tutto andò bene fino a Sacramento e così la ‘DABLIUDI’ salì sul podio in terza posizione.
Arrivarono altri sponsor ed altri inviti per nuove corse: il sogno di Dave si era realizzato.
Gli amici newyorkesi mandarono complimenti e congratulazioni, li aspettavano per i festeggiamenti ma solo Ted ritornò subito a casa con il resto della squadra.
Wendy e Dave rimasero in California come si erano ripromessi.
Il paesaggio era meraviglioso degno della fama che aveva.
Avevano affittato una moto per sentirsi più liberi ed immersi nella natura: si sentivano come gli interpreti di Easy Rider che andavano a New Orleans attraversando il deserto in cerca della libertà. La loro meta invece era San Francisco e da lì sarebbero tornati a New York con l’aereo.
Fecero una sosta a Monterey, visitarono l’acquario e dopo una cena a base di crostacei in uno dei tanti locali caratteristici che erano sul molo, inforcarono la moto per andare in albergo.
Mentre erano fermi a un semaforo Wendy guardava distrattamente la donna che era sull’auto a fianco a loro.
Improvvisamente si strinse a Dave per non cadere, represse un urlo che le stava per sfuggire dalla gola e gli disse:
“Guarda su quella macchina, c’è la Signora ‘Depressa’, seguila e non fartela scappare!”
L’auto si dirigeva verso una zona residenziale della città, al volante c’era un bel tipo e i due chiacchieravano e ridevano.
La moto era un buon punto di osservazione per Wendy e più pratica per un inseguimento: la ‘Depressa’ era molto cambiata, poco truccata, vestita casual e con i capelli lunghi.
L’auto imboccò un vialetto che portava a una bella casa stile coloniale, i due parcheggiarono ed entrarono.
Wendy avrebbe voluto precipitarsi in quella casa e smascherare la fuggitiva.
Naturalmente Dave la bloccò e telefonò subito a Mark per chiedere un consiglio.Lui gli disse di chiamare lo sceriffo di Monterey, aspettare nascosti fino all’arrivo della polizia, avrebbe pensato lui ad avvisare Climber.
All’arrivo degli agenti Wendy si presento a loro mentre stavano scendendo dall’auto cercando di spiegare la situazione: era molto eccitata e ci volle l’intervento di Dave per calmare le acque.
Spiegarono che in quella casa avevano visto entrare una donna che era sparita da circa un anno e che era ricercata dalla polizia di New York.
Quella donna soffriva di una grave forma di depressione e lei era la sua analista.
Avevano pensato che fosse morta perché dopo la sua scomparsa non aveva lasciato nessuna traccia e nessuno aveva avuto sue notizie, neanche il marito.
Ora, per puro caso, l’avevano vista entrare in quella casa in compagnia di un uomo.
L’agente volle mettersi in contatto con l’ispettore che si occupava del caso, telefonò a Climber che, preavvisato da Mark, confermò la versione di Wendy e così suonarono a quella porta che celava il mistero che le aveva scombussolato la vita.
Venne ad aprire il tizio che guidava l’auto e mentre stava chiedendo cosa volesse la polizia arrivò la ‘Depressa’: vide Wendy e scoppiò a piangere. La sua fuga era finita.
L’uomo la strinse tra le braccia e disse di lasciarla in pace, non avevano nessun diritto di tormentarla, non avevano commesso nessun reato.
Allora Wendy si rivolse a lei e disse bruscamente: “Per colpa sua un povero innocente è finito in prigione e sta malissimo perché è innamorato di lei ed è convinto che qualcuno l’abbia uccisa” .
La ‘Depressa’ rispose che non credeva a tutto questo dolore, lei aveva agito con lui con lo stesso suo metodo: fargli credere di essere innamorata per poterlo sfruttare.
Era ciò che lui faceva con le donne che cascavano nella sua rete, era simpatico, sapeva come far innamorare una donna fragile, in difficoltà.
Lo faceva per denaro o per qualche forma morbosa, lei l’aveva fatto per liberarsi di suo marito.
E così venne fuori tutta la storia, forse quella chiarificatrice.
La ‘Depressa’ raccontò del marito: violento e possessivo non le avrebbe mai concesso il divorzio.
La ‘Depressa’ rispose che non credeva a tutto questo dolore, lei aveva agito con lui con lo stesso suo metodo: fargli credere di essere innamorata per poterlo sfruttare.
Era ciò che lui faceva con le donne che cascavano nella sua rete, era simpatico, sapeva come far innamorare una donna fragile, in difficoltà.
Lo faceva per denaro o per qualche forma morbosa, lei l’aveva fatto per liberarsi di suo marito.
E così venne fuori tutta la storia, forse quella chiarificatrice.
La ‘Depressa’ raccontò del marito: violento e possessivo non le avrebbe mai concesso il divorzio.
Era da tanto che voleva lasciarlo ma aveva paura delle sue reazioni, soprattutto se avesse scoperto che lei aveva ritrovato un suo ex fidanzato, compagno di College che abitava in California ma aveva trascorso un periodo a New York per lavoro.
Si erano incontrati, innamorati e mantenevano una relazione a distanza aspettando l’occasione buona per riunirsi.
E fu quando conobbe lo ‘Stalker’ che scattò il piano: lo avrebbero usato facendogli credere che lei si era innamorata di lui e poi al momento buono gli avrebbero spiegato la situazione.
Certamente lui si sarebbe incavolato ma con un po’ di soldi, dei quali aveva disperatamente bisogno, sarebbe stato al gioco e cercato un’altra vittima da sfruttare.
Il marito, troppo orgoglioso per ammettere di essere stato lasciato, non avrebbe fatto tante storie né si sarebbe dato molto da fare per cercarla.
Così la sera del concerto la ‘Depressa’ aveva preparato tutte le cose che le appartenevano, compresi i soldi che aveva riscosso dal suo conto, i suoi gioielli, niente che fosse di proprietà del marito.
Il suo amante era arrivato da Monterey, dove abitava, con l’auto per potersi portare via la sua ragazza.
Finito il concerto e arrivati a casa lo ‘Stalker’ vide un uomo che li aspettava e, probabilmente scambiandolo per il marito che non aveva mai visto ma di cui aveva il terrore, fuggì senza dar loro la possibilità di spiegare.
Così poterono partire tranquillamente verso la loro nuova vita.
Ora che era stata scoperta avrebbe chiarito la sua posizione con il marito, lo ‘Stalker’ e la polizia.
Era una persona nuova, non più un burattino nelle mani di chi le aveva rovinato la vita per tanto tempo.
Si sarebbero rivisti il giorno dopo al Commissariato di Monterey, un agente rimase quella notte di guardia in quella casa e Wendy e Dave se ne tornarono in Hotel.
La loro vacanza era finita, non se la sentivano più di andare in giro in moto, avevano voglia di casa.
Appena firmate le deposizioni, il giorno dopo, si imbarcarono sul primo aereo disponibile e se ne tornarono a New York.

EPILOGO

A casa Dave riprese il suo lavoro con i ragazzi che aveva un po’ trascurato.
Wendy riprese a scrivere il suo romanzo e neppure lontanamente sarebbe tornata al suo lavoro, non avrebbe più attraversato quella sala d’aspetto per raggiungere il suo studio.
Non si sentiva più in grado di occuparsi di persone con malattie mentali.
Avrebbe continuato a scrivere storie a lieto fine, ambientate in un mondo irreale e meraviglioso.
Un giorno Ted venne a casa loro con Frida. Ormai facevano coppia fissa e questa era una gioia per Wendy, così insieme avrebbero girato il mondo seguendo Dave e la ‘DABLIUDI’.
Frida era molto scossa quella sera, aveva saputo che lo ‘Stalker’ si era suicidato ingerendo una gran quantità di farmaci che aveva sottratto dalla farmacia della comunità dove ancora si trovava.
Non aveva retto alla notizia di essere stato illuso e sfruttato.
Per la prima volta nella sua vita era veramente innamorato e nessuno l’aveva capito.
Fu l’unica vittima di questa storia intricata.
Tutti gli altri erano colpevoli della sua tragica morte.

F I N E