Capitolo Ottavo
Per fortuna era sabato, lo studio era chiuso e lei libera da ogni impegno di lavoro; non avrebbe neanche visto Frida con la quale aveva una gran voglia di confidarsi.
Però l’avrebbe coinvolta inutilmente, sapeva che anche lei si sarebbe incavolata come Dave, ma poi le sarebbe stata di grande aiuto.
Telefonò ad Ana per sapere se era tutto tranquillo, lei la rassicurò: i suoi bambini erano al parco con i rispettivi padri, così lei poteva dedicarsi a controllare il prigioniero senza problemi.
Bene, bisognava agire al più presto. Wendy raggiunse il Commissariato dove era l’ufficio di Climber e chiese di essere ricevuta da lui.
Dopo dieci minuti lui la fece entrare, meravigliato di questa visita perché dopo una ventina di giorni di ricerca dei fuggitivi non avevano trovato nessuna traccia, il marito aveva ripreso la sua vita di lavoro e viaggi, la ex dello ‘Stalker’ era tranquilla perché lui non la tormentava più.
Così la cartella di quella pratica era finita in fondo a quelle di casi ben più urgenti.
Quando Wendy disse all’Ispettore che aveva trovato lo ‘Stalker’ a lui venne un accidente: non si era mai occupato volentieri di quel caso, gente pazza e viziata che faceva perder tempo.
Ma la dottoressa era molto agitata, diceva che bisognava agire al più presto perché la situazione poteva diventare pericolosa.
Lo convinse a organizzare una pattuglia e partire subito, lei li avrebbe accompagnati al nascondiglio e nel frattempo gli avrebbe raccontato gli ultimi avvenimenti.
Climber era contrariato dall’atteggiamento di Wendy, voleva raccogliere la sua deposizione in ufficio ma lei gli disse di portarsi un registratore, si alzò e lo minacciò di omissione di soccorso.
Non era questo il modo per entrare nelle grazie di quell’uomo ma ora lei voleva chiarire al più presto la situazione.
Finalmente due auto della polizia partirono e in una Wendy cominciò il suo racconto scrupolosamente registrato dall’ispettore.
In fondo si trattava di suoi pazienti, quindi sperava che lui capisse il suo comportamento.
Lui le rispose che avrebbe giudicato un Tribunale e l’Ordine dei Medici.
Non era affar suo stabilire le pene ma non doveva più intervenire nella sua inchiesta.
Quindi non servirono a nulla i consigli di Wendy su come raggiungere lo ‘Stalker’, con calma, discrezione, facendosi accompagnare da lei.
Le macchine della Polizia arrivarono a sirene spiegate, lei fu costretta a rimanere in auto, i poliziotti fecero irruzione in casa di Ana che fece in tempo a lanciarle uno sguardo terrorizzato.
Dopo una quindicina di minuti l’Ispettore uscì con i suoi uomini che circondavano i due poveretti ammanettati.
Furono fatti salire in macchina e tutti insieme ritornarono al Commissariato.
Nel corridoio c’era Frida che sotto lo sguardo interessato di Climber le chiese cosa diavolo era successo.
Wendy riuscì a urlare ai due arrestati che venivano portati via: “dite tutta la verità, vedrete che si sistemerà tutto” e poi fu trascinata con Frida nell’ufficio dell’Ispettore che voleva sapere il suo ruolo in quella faccenda.
Wendy fu contenta di non averla coinvolta ma si chiedeva cosa ci facesse lì.
La spiegazione era semplice: Rosabel aveva assistito a tutta la scena dell’arresto e, avendo visto anche la dottoressa aveva telefonato a Frida per informarla sull’accaduto.
Lei si era precipitata al Commissariato e ora esigeva delle spiegazioni dalla sua amica.
Climber le spiegò che era colpevole di aver nascosto un ricercato e di un’altra serie di reati.
Sarebbe stata trattenuta, aveva diritto a un avvocato e a una telefonata.
Wendy disse che avrebbe chiamato Dave: ormai doveva essere arrivato a New York e rassicurò Frida che appena possibile le avrebbe spiegato tutto.
Wendy fu accompagnata da un poliziotto in una stanza dove c’erano altre donne dall’aspetto poco rassicurante.
Tra queste Ana che la guardava furiosa. Si sedette vicino a lei e cercò di rassicurarla.
Lei non voleva ascoltarla, l’accusava di essere una traditrice, di essersi finta loro amica per poi denunciarli.
Se si trovavano in quella situazione era tutta colpa sua!
Era impossibile per Wendy spiegarle i motivi per i quali era arrivata da loro con la Polizia, tanto più che le altre compagne di cella inveivano contro di lei anche se non sapevano niente dei fatti accaduti.
Il tempo non passava mai ma dopo quella che le era sembrata un’eternità un poliziotto disse : “chi è Wendy Nichols?”
Lei si alzò, lanciò un ultimo sguardo ad Ana che si voltò sprezzante dall’altra parte e tra i peggiori epiteti delle altre, lo seguì.
Finalmente vide Dave, si gettò tra le sue braccia e scoppiò a piangere.
Ora non era più sola e si lasciò andare senza ritegno.
Quando fu un po’ più calma, lui le spiegò che ricevuta la sua telefonata, si era precipitato al Commissariato, aveva contattato il loro amico Mark, un avvocato che era già dall’Ispettore Climber per farla uscire da lì al più presto.
Lei sembrava aver perso ogni volontà di agire, solo quando vide Frida che li aveva lasciati soli per discrezione, la chiamò e le disse di occuparsi di Ana.
L’avrebbe fatto senz’altro, per lo ‘Stalker’ le cose sarebbero state più complicate.
Arrivò Mark, con un bel sorriso, la sua elegante cartella ‘Louis Vuitton’ e una bella notizia: poteva andarsene a casa.
L’avrebbero convocata al più presto e doveva rimanere a New York in attesa delle decisioni dei giudici.
Si salutarono, si scambiarono grandi abbracci e Dave con Wendy se ne ritornarono finalmente a casa.
Wendy era stremata e non voleva pensare ai suoi problemi, così volle che Dave le raccontasse le ultime novità sulla squadra, Ted e tutto il resto.
Lui, ben contento e sperando di distrarla le disse che, come le aveva già comunicato per telefono, si erano trasferiti in California, vicino a Carmel.
Avevano affittato una grande casa con un enorme garage per le biciclette in modo potessero usarle per gli allenamenti senza tanti trasferimenti in auto.
C’erano salite di varie pendenze, in quella zona, rettilinei per le volate, tutto quello che si poteva desiderare.
Siccome la casa era molto grande, stavano tutti lì, questo aveva contribuito a creare un bel clima tra i ragazzi, erano diventati amici e lo spirito di squadra prevaleva su tutto.
Wendy sapeva che Dave in questo era maestro e non aveva mai dubitato sulle sue capacità e passione per quello che stava facendo.
Anche Ted era contento della scelta che aveva fatto lasciando il lavoro per gettarsi in questa avventura piuttosto azzardata.
Collaborava in ogni modo: la parte medica, amministrativa, e da quando avevano la casa, faceva pure il cuoco.
Questo era l’unico motivo di discussione tra i due soci.
Dave aveva una fissazione sulle diete che dovevano seguire gli atleti, sapeva tutto sull’argomento ed era molto severo con chi trasgrediva, Ted amava fare manicaretti di ogni genere che facevano impazzire sia i ragazzi sia Dave, ma per motivi diversi.
Wendy si sentiva profondamente in colpa per aver rovinato questo meraviglioso periodo della vita di Dave, lui la rassicurò per l’ennesima volta, aveva sistemato tutto prima della sua partenza ed era felice di essere lì con lei.
Andarono a letto e lei dormì tutta la notte abbracciata a lui.